Ignudo

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ignudo


agg. [variante, non sicuramente spiegata, di nudo], letter. – Lo stesso che nudo, di cui non ha però tutti gli usi: era mezzo i.; i. nato, completamente nudo (cioè: nudo così com’è, o com’era, nato): fece spogliare ignuda nata comar Gemmata (Boccaccio); una frotta di monellacci scalzi, stracciati, alcuni i. nati, abbrustiti dal sole (Pirandello). Con accezioni estens. e fig.: il ferro i., la spada sguainata; raro, essere i. di cognizioni, d’idee, esserne privo; Parlo in rime aspre e di dolcezza ignude (Petrarca); Ivi erra i. spirto Di Faon la fanciulla (Foscolo); te di colpa ignudo, Men caro assai la bruna valle asconde (Leopardi); di piante, terreni, ecc., spoglio: Vedrai gl’i. poggi rivestirsi D’irrigua selva (Tommaseo). Come s. m., vestire gli i., una delle opere di misericordia corporale (e titolo di un’opera di Luigi Pirandello); sono comunem. dette ignudi le venti figure di giovani nudi (opera di Michelangelo) che, nella volta della Cappella Sistina, inquadrano, a gruppi di due, le raffigurazioni di episodî della Genesi.

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