Inférmo

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infermo


inférmo agg. [lat. infĭrmus «debole (fisicamente o moralmente)», comp. di in-2 e firmus «fermo, saldo, forte»]. – 1. Affetto da una malattia in genere, ma detto per lo più di chi dalla malattia è costretto a letto o all’immobilità, talora anche di persona paralizzata: cadere i.; giacere i. nel letto, su una poltrona; in seguito all’incidente, restò i. per tutta la vita; determinando: essere i. di gambe o avere le gambe i.; essere i. di mente, affetto da malattia mentale, e nell’uso corrente (spec. come ingiuria, apparentemente eufemistica), scemo, cretino e sim. Spesso sostantivato: curare un i.; l’assistenza agli i.; visitare gli i., una delle opere di misericordia corporali; è più letter. e più solenne che malato, a cui perciò si preferisce dovendo alludere ad alti personaggi: l’illustre i., l’augusta inferma. 2. letter. Debole, privo di saldezza morale, o indifeso, incapace di resistenza e sim.: schiere [di popolo] travagliate e ’nferme (Petrarca); a strazio mena L’i. gregge (Ariosto); Stretto l’i. spirito De’ sensi alle ritorte (Tommaseo); inefficace, impotente: almen si dia Questa misera guerra E questo vano campo all’ire inferme Del mondo (Leopardi). 3. ant. Di luogo, malsano, insalubre; di acque, infette, nocive alla salute.