Insìpido

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insipido


insìpido agg. [dal lat. tardo insipĭdus, comp. di in-2 e sapĭdus «saporito» (v. sapido)]. – 1. Non saporito, che ha poco sapore (detto in genere di cibo o di altra sostanza che dovrebbe essere saporita): questa minestra è i.; la carne era tenerissima, ma il sugo era veramente insipido. In medicina, diabete i. (propriam. diabete i. ipofisario), malattia dovuta ad alterazioni del lobo posteriore dell’ipofisi e di alcuni centri diencefalici, caratterizzata da intensa sete e aumentata eliminazione di urina senza presenza in quest’ultima di zucchero (il nome è dovuto al fatto che in passato, per stabilire o escludere la presenza di zucchero, le urine venivano assaggiate dall’esaminatore). 2. fig. a. Di cosa fatta o detta senza vivacità d’intelligenza, d’immaginazione e di spirito, scialba, incapace di suscitare impressioni o sentimenti: poesia, commedia, musica i.; un discorso, un articolo i.; una barzelletta i.; è una frase insipida; talora anche con riferimento a luogo privo di attrattive: che splendida camera avete fatto di questo luogo insipido! (Maria Bellonci). Di persona, priva di personalità o di caratteri individuali che le conferiscano un’attrattiva: un uomo i., una donna i.; dell’aspetto esteriore, insignificante, inespressivo: ha una faccia i.; è una bellezza insipida. Cfr. insulso, che ha usi simili, ma include in genere, per il suo sign. etimologico («senza sale», quindi «sciocco»), un giudizio di maggiore biasimo. b. Con sign. più generico, e più vicino al senso proprio dell’agg., di cosa che non procura diletto o soddisfazione: piaceri i.; Insipido è quel dolce che condito Non è di qualche amaro, e tosto sazia (T. Tasso); il presente è piccolo e i. per natura a tutti gli uomini (Leopardi).

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