Ipòfiṡi

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ipofisi


ipòfiṡi s. f. [dal gr. ὑπόϕυσις (der. di ὑποϕύω «produrre sotto», ὑποϕύομαι «crescere sotto»), acquisito al sign. anatomico dall’anatomista S. Th. Sömmerring (1755-1830)]. – 1. In anatomia: a. Ghiandola endocrina situata entro una escavazione ossea del corpo dello sfenoide (sella turcica), sotto la base del cervello, cui è unita mediante il peduncolo ipofisario: di grandissimo interesse fisiologico perché elabora numerosi ormoni e svolge un’azione di controllo su tutte le altre attività endocrine, pesa circa mezzo grammo e consta di tre porzioni o lobi, con diversa origine embriologica, uno anteriore, preipofisi o anteipofisi, formato da cellule epiteliali, uno intermedio, incostante nell’uomo, costituito da follicoli epiteliali, e uno posteriore, postipofisi, formato da cellule e fibre nervose. b. I. faringea, piccola formazione ghiandolare, situata nello spessore della mucosa della parete faringea posteriore. 2. In botanica, cellula estrema del sospensore, la quale sta a contatto con l’embrione e concorre alla formazione della radichetta di questo.

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