Ipòteṡi

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ipotesi


ipòteṡi s. f. [dal gr. ὑπόϑεσις, affine a ὑποτίϑημι «porre sotto»; il termine lat. corrispondente è suppositio, da cui l’ital. supposizione]. – 1. a. Supposizione di fatti (o situazioni, sviluppi di un’azione e sim.) ancora non realizzati ma che si prevedono come possibili o si ammettono come eventuali, allo scopo di considerarne in anticipo le conseguenze e di prepararsi, quando fosse il caso, ad affrontarle: possiamo fare due i. diverse: che io vinca o che io perda; ammettiamo per i. che rivoglia i suoi soldi, come facciamo a pagarlo?; se per i., o nell’i. che, nel caso, nell’eventualità che: se per i. (fam., con tono deprecatorio, se per dannata i.) perdessi il treno, cercherei di arrivare con il primo aereo in partenza; anche nell’i. che io non ci riesca, avrò la soddisfazione di aver tentato; nella migliore, o nella peggiore, delle i. (fam. nella più dannata delle i.), nel caso più fortunato o più sfavorevole; frequenti, in posizione di inciso, le locuz. avv. per i., a titolo d’i., tanto per fare una supposizione, per modo di dire. In partic., nelle scienze matematiche e nella logica, condizione preliminare che si suppone come vera e dal verificarsi della quale dipende la validità di un’altra proposizione (detta tesi). Nel linguaggio giur., i. di legge, ciascuno dei casi previsti dal legislatore allo scopo di stabilire una norma; il termine ipotesi è però anche usato con riferimento al caso concreto, che si presenta volta per volta, in quanto corrisponda al caso considerato dal legislatore: si configura così un’i. di reato colposo; a tale i. è applicabile l’art. 114 del codice penale. b. Spiegazione logica, fondata su indizî e congetture, che si dà provvisoriamente di un fatto o di una serie di fatti, noti o accertabili in sé ma non nelle loro cause, nei loro processi, ecc.: fare un’i., delle i.; le i. sull’origine del linguaggio, sulle cause di un fenomeno; l’i. più probabile è che il movente del delitto sia di natura politica; è un’i. sufficientemente fondata, un’i. attraente, seducente, o improbabile, assurda; la tua i. è troppo semplicistica; siamo ancora nel campo delle i., lontani cioè dalla verità; dico così, tanto per fare un’ipotesi. In senso più strettamente scientifico, prima formulazione di una legge, non ancora sperimentata o sperimentabile in sé, ma tale da rendere ragione di fatti sperimentali o sperimentabili: tale formulazione provvisoria serve a determinare ulteriori ricerche dalle quali l’ipotesi stessa può avere o no conferma: affacciare, formulare, controllare, verificare, confermare un’i.; sottoporre un’i. a conferma sperimentale; trasformare un’i. in teoria. Con sign. affine anche fuori del campo strettamente scientifico, per indicare proposte, e talora prospettive, che vengono accolte come provvisoriamente valide in attesa di verificarne, attraverso la ricerca, l’effettiva validità: i. di lavoro (v. lavoro, n. 1 c); fare un’i. di sviluppo di un settore economico. 2. In filologia (con sign. affine al lat. subiectum «soggetto, argomento»), breve discorso premesso ai testi classici antichi di poesia e di prosa per esporne l’argomento e dare altre notizie. Anche (in lat. argumentum, o praefatio, prologus; gr. ὑπόϑεσις), breve introduzione ai varî libri della Bibbia, che ne espone il contenuto e il carattere, con notizie di tipo tradizionale intorno all’autore.