Làmpada

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lampada


làmpada (ant. làmpade) s. f. [dal lat. lampas -ădis, accus. lampăda, gr. λαμπάς -άδος, der. di λάμπω «splendere»]. – 1. Nome generico col quale si indicano varî tipi di sorgenti luminose artificiali. Si distinguono: a. L. a fiamma, a combustione di materie solide (cera, sego, ecc.), dette più spesso candele, torce, fiaccole; liquide (olio, grassi, petrolio); gassose (gas di città, acetilene, metano, ecc.); o a incandescenza di materiali solidi (per es., una reticella posta su una fiamma libera). b. L. elettriche, in cui l’effetto luminoso è prodotto da una corrente elettrica, distinte in l. a filamento (o a incandescenza), in cui l’emissione luminosa è prodotta da un filamento, generalmente di tungsteno, reso incandescente dal passaggio della corrente elettrica e contenuto in un’ampolla o bulbo di vetro in cui sia stato fatto il vuoto o si sia immesso un gas inerte (argo o azoto) allo scopo di impedire che il filamento entri a contatto con l’aria, in cui brucerebbe in pochi istanti (sono a filamento anche le l. a vapori di alogeni, più efficienti e di maggior durata, per le quali v. la voce alogeno, e le l. lampo, per cui v. lampo); l. ad arco, sorgenti luminose molto brillanti, in cui la luce è prodotta dall’arco elettrico che scocca tra due elettrodi alimentati da corrente (in genere continua), la distanza tra i quali è mantenuta costante, durante il loro consumo, da un dispositivo automatico; l. a conduzione gassosa (o elettroluminescenti), in cui l’emissione luminosa è data dall’energia irradiata dagli elettroni di un gas rarefatto (neon, vapori di sodio, vapori di mercurio, ecc.) racchiuso in un tubo di vetro, eccitati dal passaggio di corrente elettrica: tra queste le più diffuse sono le l. fluorescenti (o tubi fluorescenti), che contengono in genere argo e vapori di mercurio a bassissima pressione, e le cui pareti interne sono rivestite da fosfòri resi luminosi per fluorescenza eccitata dalle radiazioni ultraviolette del mercurio; a conduzione gassosa sono anche le l. a raggi ultravioletti (nelle quali si utilizza la sola emissione di radiazione ultravioletta), usate in processi fotochimici, per individuare alterazioni in documenti e dipinti (o per leggere nei manoscritti parole erase o cancellate dal tempo in questo caso dette l. di Wood), e anche per abbronzare la pelle; per le l. a lampo di luce elettronico, v. lampo. 2. L’apparecchio che utilizza la sorgente luminosa per l’illuminazione, costituito dalla sorgente stessa e dai varî dispositivi occorrenti per il suo funzionamento, o che la sostengono opportunamente o che dirigono, limitano, diffondono la luce emessa (può essere quindi sinon. generico di lume, lucerna, lanterna, candeliere, ecc.): l. a petrolio, elettrica; l. da tavolo, da parete, da soffitto; l. portatile, l. tascabile. In partic., il lume (per lo più a olio, talora anche con lumino di cera e oggi spesso con lampadina elettrica) che si tiene sospeso davanti agli altari, sulle tombe, ecc.; l. eucaristica, il lume alimentato con olio d’oliva e cera d’api che deve ardere notte e giorno presso il tabernacolo nel quale si conservano le specie eucaristiche; l. votiva, quella che si tiene accesa davanti a un’immagine sacra in grande venerazione, o presso le reliquie di martiri e santi. Per la l. grisoumetrica, v. grisoumetrico. Hanno impiego in medicina: le l. per transilluminazione, per lo studio in trasparenza di organi esterni; le l. endoscopiche, fissate a particolari strumenti, per lo studio di organi interni cavi; la l. scialitica (o l. senza ombre), usata in chirurgia, per l’illuminazione del campo operatorio; la l. frontale, piccola lampada che si fissa al berretto del chirurgo per illuminare le zone profonde del campo operatorio. 3. Festa delle l. o dei lumi: altro nome della festa ebraica della dedicazione del tempio (v. dedicazione), per la grande luminaria che si faceva durante gli otto giorni della festa. 4. Per estens., nome usato talvolta per apparecchi di riscaldamento: l. a spirito, l. a petrolio, ecc.; in partic., lampada da saldatore (o a benzina), attrezzo per effettuare direttamente brasature o per riscaldare un saldatore di rame, costituito da un piccolo serbatoio contenente benzina e da una piccola pompa a mano, mediante la quale si ottiene un getto polverizzato ad elevata temperatura che fuoriesce da un ugello provvisto di convogliatore. In chimica, sinon. di bruciatore. 5. Sinonimo, non più in uso, di tubo termoelettronico, nelle locuz. l. oscillatrice e radioricevitore a tre lampade. 6. L. di Aladino, la lampada meravigliosa con la quale Aladino, in una novella delle Mille e una notte, riusciva a soddisfare ogni proprio desiderio; in senso fig., mezzo, ritenuto prodigioso, col quale si riesce a ottenere le cose desiderate. ◆ Dim. lampadétta, non com., e lampadina (v. la voce). TAV.