lièvito2 s. m. [lat. *lĕvĭtum per il lat. class. levatum, part. pass. di levare «alzare»]. – 1. In botanica, nome generico dato a funghi ascomiceti, della famiglia saccaromicetacee, caratterizzati dalla mancanza di un corpo fruttifero e dalla formazione dell’asco direttamente dallo zigote; il micelio è formato da cellule rotondeggianti, ellittiche, cilindriche, ecc., che si possono riprodurre direttamente per gemmazione, generando individui isolati o riuniti in catenelle di lunghezza diversa e più o meno ramificate. 2. In merceologia e nell’uso comune: a. L. compresso o l. di birra, prodotto commerciale, ottenuto con appropriate tecniche da colture di Saccharomyces cerevisiae o di Candida utilis, e costituito da cellule di lieviti addizionate o no con sostanze inerti; viene conservato in celle frigorifere a 4-6 °C fino al momento della confezione e commercializzazione per essere utilizzato nella preparazione del pane, della birra, nell’alimentazione umana e del bestiame, per l’estrazione di grassi, vitamine, enzimi, ecc. b. L. naturale, prodotto ottenuto lasciando inacidire per un certo tempo un pezzo di pasta fresca preparata impastando farina e acqua alla temperatura di 20-25 °C; tale pasta costituisce il l. seme che, mescolato con farina e acqua, forma a sua volta una pasta che rigonfia e inacidisce, dando il l. finale, adatto a preparare la pasta per il pane. c. L. minerale, o l. in polvere, denominazione generica di miscele polverulente di una sostanza a carattere acido (