Linfa

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linfa


s. f. [dal lat. lympha «acqua», voce (di uso poet.) di etimo incerto]. – 1. poet. Acqua (e s’intende per lo più acqua limpida, chiara): lieta mi dimoro ... All’ombre, a qualche chiara e fresca l. (Poliziano); le conche Dell’alabastro, provvido di fresca Linfa (Foscolo); candido rivo ... al mio Lubrico piè le flessuose linfe Disdegnando sottragge (Leopardi). 2. a. In anatomia, liquido incolore o tenuemente giallastro, limpido o opalescente, che circola nel sistema dei vasi linfatici e contiene proteine, lipidi, sostanze rimosse dall’interstizio dei tessuti ed elementi figurati rappresentati quasi esclusivamente da linfociti provenienti dai tessuti linfopoietici. b. In zoologia, il liquido circolante degli invertebrati, detto anche emolinfa. 3. In botanica, l. ascendente o l. grezza, il liquido acquoso diluito, contenente soprattutto sali inorganici, che dalle radici sale sino alle foglie e agli apici caulinari attraverso gli elementi conduttori xilematici (trachee e tracheidi); l. discendente o elaborata, il liquido acquoso, più concentrato della linfa grezza, contenente prevalentemente sostanze organiche assimilate dalla pianta (zuccheri, aminoacidi, ecc.), che viene generalmente trasportato, attraverso gli elementi cribrosi del floema, dalle foglie alle radici. 4. fig. Alimento, nutrimento (anche spirituale), in quanto penetri l’organismo (o il pensiero, lo spirito, ecc.), diventandone parte integrante: l. vitale; le forme d’arte letteraria che attingono alla l. schietta, immediata, fresca della vita (Cicognani).

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