Lósco

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losco


lósco agg. [lat. lŭscus «cieco da un occhio; guercio», di etimo ignoto] (pl. m. -chi). – 1. Di persona che, per miopia o per debolezza di vista, guarda stringendo gli occhi e aggrottando le sopracciglia. Si usa però anche con i varî sign. di guercio; quindi guardare losco (dove ha valore avverbiale), sguardo l., guardatura l., di chi è strabico, e, per estens., di chi guarda storto per animo corrucciato, per invidia, per dispetto, o per indole cattiva e malevola (di qui gli usi fig.). Più genericam. (ma non com.), essere l., vederci poco; chi ha a far con Tosco [= con un Toscano], non vuole esser l., deve cioè tener gli occhi bene aperti (antico prov. toscano citato dal Boccaccio, Dec. VIII, 10, e in forma simile anche dal Sacchetti, nov. 144). Col sign. latino, cieco da un occhio, solo in qualche esempio antico: Sopra un grande elefante un doge l. (Petrarca, alludendo ad Annibale). 2. fig. Di onestà molto dubbia: gente l., persona l., figura l.; affari l., disonesti, sospetti; e così una l. impresa, con intenzioni l., ecc. ◆ Avv. loscaménte, poco com. sia in senso proprio (guardare loscamente, con guardatura strabica) sia in senso fig. (agire loscamente, in modo copertamente disonesto).

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