Modèrno

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moderno


modèrno agg. e s. m. [dal lat. tardo modernus, der. dell’avv. modo «or ora, recentemente»]. – 1. a. Che appartiene o si riferisce al nostro tempo o ai tempi più vicini a noi: idee, usi, costumi m.; le m. istituzioni; i m. ritrovati della scienza; le costruzioni m. della periferia. b. Che è proprio o peculiare del nostro tempo, o ne ha gli aspetti e le caratteristiche, soprattutto con riferimento al progresso e all’evoluzione che caratterizzano l’età contemporanea, e quindi in contrapp. ad antiquato, vecchio, e talvolta anche a tradizionale, convenzionale: la vita m.; la medicina, la scienza, la tecnica m.; la m. organizzazione del lavoro; i m. sistemi di educazione; criterî, metodi m.; una città m.; cinema, locale, albergo m.; casa m.; fabbrica dotata di impianti molto moderni. In partic., di oggetti artistici, d’arredamento e sim., che costituiscono espressione di un gusto e di una sensibilità tipicamente attuali: quadro m.; scultura m.; mobili m., o di stile m.; una lampada moderna. Più precisamente, in architettura, movimento m., locuzione con la quale si indica correntemente l’indirizzo della progettazione architettonica e del design che, soprattutto a partire dalla fine della prima guerra mondiale, intese promuovere sia l’architettura che la produzione industriale a fattori di progresso sociale, considerando per es. la pianificazione urbanistica prioritaria nei confronti della progettazione architettonica: criterî caratteristici del movimento (di cui sono stati principali esponenti A. Aalto nei paesi scandinavi, Le Corbusier in Francia, W. Gropius con la scuola del Bauhaus in Germania, F. L. Wright negli Stati Uniti, G. Terragni, E. Persico e G. Pagano nell’ambito delle tendenze funzionaliste e razionaliste in Italia) furono la massima economia nell’impiego del suolo e nella costruzione, la razionalità delle forme intese come conseguenze di esigenze obiettive, l’industrializzazione della produzione edilizia e degli oggetti di uso comune. c. Riferito a persona, che ha la mentalità caratteristica dei tempi attuali, soprattutto per ciò che vi è, in questi, di nuovo rispetto alla tradizione: un uomo m., una donna m.; i ragazzi m. non vogliono accettare consigli; per estens.: gusto m.; sensibilità m.; spregiudicatezza moderna. d. Locuz. avv. alla moderna, secondo il costume e il gusto moderni, cioè tipici del nostro tempo: pensare alla moderna; una tragedia classica interpretata alla moderna. È molto meno com. della locuz. contraria all’antica. 2. a. In contrapp. ad antico ha senso piuttosto ampio, riferendosi a un periodo di tempo abbastanza esteso, i cui limiti possono variare a seconda delle connessioni più o meno evidenti nel contesto: la parte m. di Milano; il quartiere m. di una città; la Grecia m., la Roma m., espressioni, queste ultime, con cui si può alludere sia al periodo storico sia all’aspetto architettonico e urbanistico. b. In più precisi riferimenti storici, e anche culturali e artistici, indica il periodo, di limiti variabili, convenzionalmente fissato tra la fine del medioevo e il Congresso di Vienna (1815): l’evo m.; l’età m.; storia m., quella relativa agli avvenimenti compresi in tale periodo; analogam., storia della letteratura, della filosofia, dell’arte m. (ma la poesia, la prosa, la pittura, la scultura, l’architettura, la musica m., possono essere riferite al sec. 19°, al sec. 19° e 20° insieme, o indicare anche le tendenze contemporanee e più recenti, e così i poeti, gli scrittori, gli artisti, i pensatori m., ecc.). 3. Come s. m. pl., i moderni, gli uomini (o gli scrittori, gli artisti) del nostro tempo, delle più recenti generazioni, o dell’età storica moderna (per lo più contrapposto agli antichi). Al sing., con valore neutro, tutto ciò che esprime gli aspetti, le tendenze, i gusti dell’età nostra: ammirare, esaltare, disprezzare, condannare il m.; in partic., lo stile moderno nell’arte e nell’arredamento: il m. può talvolta sembrare freddo; accostare felicemente il m. all’antico. ◆ Avv. modernaménte, nei tempi moderni, in epoca recente: il tempio è stato modernamente restaurato; come si usa, come si dice modernamente; anche, alla maniera moderna: giudicare le cose modernamente; una stanza arredata modernamente, in colori pastello (Stefano Benni).

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