Móscio

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moscio


móscio agg. [lat. mŭsteus «fresco, novello» (detto, per es., del formaggio), o «dolce come il vino nuovo» (detto soprattutto delle mele), der. di mustus, mustum: v. mosto] (pl. f. -sce). – 1. Privo di sodezza e di consistenza; molle, floscio: carni m.; con il caldo la frutta diventa moscia. 2. In senso fig.: a. Che manca di brio, di vitalità, di energia: che gioventù m.!; la compagnia oggi è m.; meno com., che appare abbattuto, avvilito, depresso (quindi, con sign. analogo a mogio): non deve sentirsi bene, è troppo m.; che cos’hai che sei così m.?; ritornò moscio moscio dal colloquio col direttore. b. Erre moscio (o moscia), difetto o vezzo di pronuncia: v. erre.