Moviménto

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movimento


moviménto s. m. [der. di muovere]. – 1. a. L’azione del muovere o del muoversi; è dunque sinon. di moto (rispetto al quale è, in genere, meno specifico): imprimere un m. a qualche cosa; mettere, mettersi, essere in m., anche in senso fig.; il m. delle acque, del treno, della nave; il m. dell’orologio; m. regolare, lento, affrettato; e questo è cagione al Primo Mobile per avere velocissimo m. (Dante). Con sign. attivo, nella tecnica delle costruzioni, m. terra, locuz. con cui si definisce genericam. l’insieme delle operazioni di scavo per fondazioni, riempimento, rimozione, ecc., effettuate da macchine particolari (apripista, escavatori, pale caricatrici, ecc.), collettivamente dette macchine m. terra. b. Con riferimento a una sola persona, indicando un singolo atto del muoversi, si avvicina nell’uso com. al sign. di mossa (sempre però di mossa volontaria, non improvvisa o impreveduta): fare un m. col braccio; essere impedito nei m.; avere speditezza, libertà di movimenti; i m. dell’esercizio ginnico vanno eseguiti con lentezza. In partic., in alpinismo, m. naturale, aspetto della tecnica dell’arrampicata libera (v. arrampicata) consistente nella progressione, attuata affidando lo sforzo muscolare soltanto alle gambe (la funzione delle braccia è unicamente quella di concorrere a mantenere l’equilibrio), mediante sforzi (minimi) aventi direzioni verticali. In fisiologia, m. fini, movimenti sinergici e bene integrati che possono essere compiuti dai primati e dall’uomo in età successiva alla completa mielinizzazione delle fibre nervose di moto. c. Raro nel sign. fig. di moto dell’animo, tendenza, affetto, passione (in questo senso indica qualcosa di meno violento e subitaneo che moto): Vinca tua [della Vergine] guardia i movimenti umani (Dante); la quale [ira] niuna altra cosa è che un m. subito e inconsiderato (Boccaccio). 2. a. Con riferimento al muoversi di più persone, e con uso assol., animazione, intensità di traffico nelle vie urbane ed extraurbane, affollamento di clienti in negozî e sim.: c’era molto m. nelle vie del centro; in quel ristorante c’è sempre un gran m.; oggi sull’autostrada c’è stato poco movimento. Con opportune determinazioni: m. migratorî; m. di forestieri; m. di truppe, spostamento di truppe da un settore a un altro, dalle retrovie alla linea di combattimento; m. di impiegati, spostamenti da una sede a un’altra, o anche da un’attribuzione a un’altra: si sono avuti alcuni m. nell’organico. b. Analogam., di veicoli: m. di automobili, di autobus; il m. delle autovetture nelle ore di punta. In partic., nelle ferrovie, servizio che provvede alla circolazione dei treni (orarî, distribuzione dei veicoli, utilizzazione dei carri, impianti nelle stazioni e lungo le linee). 3. a. Azione convergente, più o meno organizzata, di più persone che hanno ideologie e programmi operativi comuni: m. politico; m. autonomistico; m. federalista europeo; con varie determinazioni che precisano la natura degli aderenti: m. contadino, m. operaio, m. sindacale, m. giovanile, m. studentesco; m. di resistenza (a un regime o a una situazione di oppressione); m. di liberazione, con riferimento a gruppi che lottano per l’indipendenza del proprio paese sottoposto a un’occupazione straniera; m. femminista, m. delle donne (v. femminismo). Nel linguaggio sociologico, qualsiasi fenomeno di aggregazione e mobilitazione di individui che, in seguito a mutamenti socioeconomici intervenuti, sviluppano la coscienza della loro identità di gruppo sociale e si impegnano attivamente per realizzare un mutamento della loro condizione o dello stesso sistema politico. Nel linguaggio politico, il movimento si differenzia dal partito per il suo carattere di maggiore spontaneità e di minore livello di organizzazione, in grado quindi di coinvolgere il più ampio numero di persone nelle azioni e nelle decisioni politiche (a partire dalla fine degli anni ’60 del Novecento il termine, usato assol. e con l’iniziale maiuscola, ha indicato l’insieme di organizzazioni e gruppi politici di sinistra, di matrice operaia o studentesca, che si collocavano programmaticamente al di fuori delle strutture dei partiti tradizionali: partecipare alle assemblee del M.; una manifestazione indetta dal Movimento). b. Come sinon. di moto nel sign. di insurrezione è ant., tuttavia nell’uso mod. si può parlare di movimenti insurrezionali. c. Analogam., corrente artistica, letteraria o culturale caratterizzata in genere da un programma di rinnovamento: m. letterario, pittorico; i m. d’avanguardia del Novecento. 4. Con accezioni più partic.: a. Nel linguaggio econ. e di ragioneria: m. di capitali (diverso da m. di capitale nel linguaggio di ragioneria, per cui v. capitale3, n. 1 e), espressione intesa in più accezioni, sia come flusso di capitali in entrata e in uscita rappresentato dalla bilancia dei pagamenti di uno stato, sia come spostamento di capitali, anche liquidi, da un mercato a un altro o da un tipo a un altro di investimento, sia infine come trasformazione di crediti o debiti commerciali in crediti o debiti finanziarî o in partecipazioni a capitale; m. di cassa, in un’azienda commerciale o d’altro tipo, l’ordinario flusso del denaro contante in entrata e in uscita, che può chiudersi in pareggio o in attivo o in passivo; m. contabile, l’importo complessivo delle scritture contabili di un’azienda in un dato periodo di tempo (anno, esercizio, ecc.); m. di conto, l’insieme delle scritture redatte in un conto in conseguenza delle variazioni attive e passive causate dai fatti di gestione; m. stagionale, le fluttuazioni (dei prezzi, della produzione, ecc.) che si verificano in un mercato o in una attività in periodi ricorrenti; m. congiunturale, termine equivalente a ciclo economico e a fluttuazione economica ricorrente; m. secolare, termine equivalente a ciclo secolare o onda secolare. b. In statistica, fenomeno di m., ogni manifestazione della realtà che, ai fini della rilevazione statistica, viene considerata nel suo svolgimento nel tempo e quindi nelle sue modificazioni qualitative e quantitative. M. della popolazione, in demografia, il processo di rinnovamento continuo cui la popolazione è sottoposta per effetto delle nascite e delle morti (m. naturale) e delle migrazioni (m. sociale), comportante variazioni numeriche nel suo ammontare e nella sua struttura. c. In musica, grado di celerità prescritto dall’autore o dall’editore (revisore) per l’esecuzione di un dato pezzo di musica o per parte di esso: didascalie di movimento (per es., Largo, Grave, Adagio, Andante, Allegro, Presto). Per estens., ciascuna delle parti, generalm. tre o quattro, in cui si suddivide una composizione sinfonica o da camera (cfr. gli usi analoghi di tempo, nelle accezioni 5 a e b). d. Nelle arti figurative o in architettura, impressione dinamica che nasce dall’atteggiamento delle varie figure, dalla posizione reciproca delle cose rappresentate, dal ritmo compositivo dell’opera d’arte: un quadro pieno di m.; il drappeggio del vestito dà m. alla figura; la facciata ha un ardito m. verticale. Per l’arte del m. (o arte cinetica), v. cinetico, n. 1. e. Nel linguaggio della critica letteraria e dello spettacolo, il termine può essere usato sia con riferimento al ritmo narrativo di un racconto, o di un’opera teatrale, cinematografica, televisiva (scena ricca di movimento), sia in senso puramente stilistico, di scrittura articolata vivacemente, con passaggi rapidi e contrasti (una pagina piena di movimento). f. Nella tecnica delle costruzioni, m. terra, locuzione con cui si definisce genericam. l’insieme delle operazioni di scavo per fondazioni, riempimento, rimozione, ecc., effettuate da macchine particolari (apripista, escavatori, pale caricatrici, ecc.), collettivamente dette macchine m. terra. 5. In geometria, particolare tipo di corrispondenza tra figure, che lascia inalterate le mutue distanze dei punti della figura considerata; m. diretto o inverso, a seconda che lasci inalterati o inverta gli orientamenti dei segmenti (nel caso della retta), dei triangoli (nel caso del piano), dei tetraedri (nel caso dello spazio ordinario); ogni movimento può essere ottenuto come composizione di movimenti di tipo particolare (composizione o prodotto di movimenti), che sono, nel piano, le simmetrie rispetto a rette (movimenti inversi detti anche ribaltamenti), le traslazioni e le rotazioni (movimenti diretti detti anche spostamenti e ottenibili dalla composizione di due ribaltamenti), mentre nello spazio si parla, analogam., di simmetrie rispetto a piani, traslazioni e rotazioni.

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