nàscita s. f. [der. di nascere]. – 1. Il nascere, il venire al mondo di un essere umano, sia con preciso riferimento all’evento fisiologico del parto sia con sign. più ampio e generico, come inizio dell’esistenza di un essere umano: la capacità giuridica si acquista dal momento della n. (affermazione con cui ha inizio il Codice civile ital.); la n. del fratello, della sorella; attendere la n. del primo figlio; controllo delle n. (v. controllo, n. 2 a). Analogam., di animali: la n. dei gattini; abbiamo avuto la n. di un vitellino. Trauma della n., l’esperienza angosciosa e fortemente traumatica che, secondo una controversa teoria psicanalitica, l’individuo vive al momento del nascere, a causa della cessazione dello stato beato della vita intrauterina, con conseguenze profonde e durature per l’intera sua vita psichica; nel linguaggio burocr.: atto, fede, certificato di n.; registro delle n. e dei decessi; numero delle nascite. Con riferimento al giorno natalizio: il centenario della n. di uno scienziato; nell’uso fam. anche per indicare il compleanno: oggi ricorre, o si festeggia, la n. della mamma. Indica talvolta l’origine, la famiglia: di nobile n.; di n. umile, oscura; nobile, ricco, povero di nascita, o per nascita; per diritto di nascita, ereditariamente. La locuz. avv. di nascita è usata anche con riferimento a qualità (imperfezioni) che si hanno fin dalla nascita: cieco, sordo di n. (anche dalla n., che ha peraltro sign. più generico: ha sempre vissuto a