natìo agg. – Forma letter. per nativo, molto frequente soprattutto con riferimento al luogo di nascita: il paese, il borgo n.; tornare al tetto n.; Fuggo dal mi’ n. dolce aere tosco (Petrarca); Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo (Leopardi); raram., in usi poet., detto del luogo dov’è nato un animale: come suol ... Giovene cervo uscir ... Dal solingo suo bosco almo n. (Bembo). Riferito a persona, originario, proveniente per nascita: La tua loquela ti fa manifesto Di quella nobil patrïa natio ... (Dante). Meno com. con il sign. di innato, connaturato, riferito in partic. a qualità che si hanno fin dalla nascita: quanto ha di più puro, di più n. e di espressivo la nostra favella (G. Gozzi); in noi serpe ... un natio Delirar di battaglia (Foscolo).
/na'tio/ agg. [lat. natīvus "nativo"], lett. - 1. [detto del luogo da cui si proviene per nascita e sim.] ≈ e ↔ [→ NATALE agg. (1)]. 2. (non com.) [che si possiede fin dalla nascita] ≈ e ↔ [→ NATURALE agg. (3. a)].