Nave

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nave


s. f. [lat. navis, affine al gr. ναῦς]. – 1. a. Nome generico delle costruzioni di una certa grandezza e capacità, munite di adeguati sistemi di propulsione, adibite al trasporto per acqua di persone e merci (o anche ad azioni belliche) sia, in senso stretto e più comune, che galleggino sull’acqua, sia, in senso più ampio, che scivolino sulla sua superficie (idroscivolanti) o che navighino a una certa profondità (sottomarini). Con riferimento alla forma dello scafo, la nave è suddivisa nel senso della lunghezza in tre parti principali denominate, a partire da quella cuneiforme che fende l’acqua nel moto in avanti, prora o prua, centro o maestra, poppa (dove sono installati il timone e, sui tipi a motore, l’elica); la parte immersa, quella cioè al di sotto della linea di galleggiamento, è detta opera viva o carena, l’altra è detta opera morta e sostiene le sovrastrutture (ponte di comando, casseri, tughe, ecc.). Con riferimento alla struttura interna, il cui scheletro è costituito da robuste ossature distribuite e orientate in modo da permettere allo scafo di sopportare tutte le sollecitazioni agenti dall’esterno e all’interno, la nave è suddivisa in varî compartimenti da piani orizzontali (ponti) e da piani verticali (paratie). Con riguardo alla tipologia, le navi si distinguono a seconda delle zone d’acqua percorse (marittime, con ulteriore suddivisione in costiere e alturiere; fluviali, lacuali, ecc.); ovvero del servizio assolto (da passeggeri, da carico, di servitù; da cabotaggio e da lungo corso, ecc.); ovvero del materiale di cui è fatto lo scafo (di legno, di metallo, di cemento armato, ecc.); ovvero del sistema di propulsione (a remi, a vela, a motore); o, ancora, della loro idoneità o inidoneità, per sistema costruttivo e per dotazioni, alla navigazione d’altura (rispettivam., n. maggiori e n. minori). Una più netta distinzione contrappone le navi mercantili e di linea, tutte quelle cioè che sono in genere adibite a servizî civili (si parla più spesso però di naviglio, oppure di marina, o flotta, mercantile), e le n. militari o da guerra, o anche da battaglia, che, individuate dal dislocamento, dal nome o dal numero, costituiscono la flotta (o marina) militare di un paese, formata di unità diverse tra loro per grandezza, potenza di armamento, funzione (corazzate, incrociatori, cacciatorpediniere, portaerei e portaelicotteri, sommergibili e sottomarini, ecc., cui si aggiungono le unità del naviglio ausiliario: navi appoggio, n. officina, n. rifornitrici, o, come s. m., i rifornitori, per combustibili e munizioni, e quelle del naviglio da sbarco). Con altre determinazioni attributive o appositive, che specificano destinazioni o forme particolari: n. ammiraglia, quella su cui è imbarcato l’ammiraglio di una flotta (per un uso estens. della locuz. v. ammiraglia); n. cartello o di cartello, calco dell’ingl. cartel ship (v. cartello2); n. cisterna, adibita al trasporto di grandi quantità di combustibile, di acqua potabile, ecc.; n. da diporto, destinata ad attività non aventi fini di lucro o di ricerca scientifica, con stazza superiore alle 50 tonn. (se di tonnellaggio inferiore, è denominata imbarcazione da diporto); n. fattoria, traduz. erronea della locuz. ingl. factory ship (v.), che significa propr. «nave stabilimento»; n. gru, adibita generalm. ad attività connesse con la ricerca petrolifera in mare, simile a una grande piattaforma galleggiante munita di potenti gru (il tipo semisommergibile, con scafo a catamarano, è capace di variare l’immersione da 10 a 27 metri per poter sollevare pesi sino a 14.000 tonn.); n. mineraria, adibita, con opportuna attrezzatura, alla estrazione di minerali dal fondo marino; n. ospedale, destinata specificamente ed esclusivamente al trasporto e all’assistenza sanitaria di feriti, malati e naufraghi; n. portacontainer, adibita al trasporto di un gran numero di container, con notevoli risparmî di tempo anche nelle operazioni di imbarco e sbarco; n. posacavi, n. posatubi, adibite, rispettivam., alla posa di cavi e di tubature sul fondo del mare; n. scuola, per l’addestramento, soprattutto pratico, degli ufficiali e degli equipaggi della marina, sia militare sia mercantile; n. traghetto (calco dell’ingl. ferry-boat), nave provvista di binarî per il trasporto di materiale rotabile, oltre che di autoveicoli di ogni tipo (v. anche traghetto). Per altri tipi di nave (n. appoggio, n. civetta, n. pilota, n. portarinfuse, n. rompighiaccio, n. vedetta), e per quelle che hanno una denominazione propria (baleniera, metaniera, petroliera, ecc.), si veda sotto i singoli sostantivi o aggettivi. Con riferimento al mondo antico: n. lunghe, n. onerarie, n. frumentarie, ecc. Mentre nell’uso com. s’intende sempre per nave un’imbarcazione di considerevole grandezza, nell’uso poet. ha indicato talvolta anche una semplice barca: Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio, bianco per antico pelo (Dante); inoltre, ricorre in varie regioni un toponimo Nave (con qualche aggiunta) derivato dall’esistenza di modesti traghetti su fiumi. b. Per estens., letter., n. aerea, dirigibile (cfr. aeronave); n. spaziale (calco dell’ingl. space-ship), veicolo per viaggi nello spazio extraterrestre (cfr. astronave). c. In similitudini, allegorie e altri usi fig., per alludere al corso della vita del singolo: Passa la n. mia colma d’oblio Per aspro mare (Petrarca); Passa la n. mia con vele nere (Carducci, traduz. da H. Heine); o di una comunità: la n. de l’umana compagnia dirittamente per dolce cammino a debito porto correa (Dante); anche per indicare il paese, lo stato, in quanto, come la nave, ha bisogno di chi lo governi: Nave sanza nocchiere in gran tempesta (Dante), noto verso allusivo all’Italia; e la n. dello stato (scherz. la barca dello stato) è anche espressione, talvolta, dell’uso comune. Talora, pop., può riferirsi anche ad azienda, impresa e sim.: non mi ammazzo certo di lavoro, non è mica mia la nave!. Nell’arte cristiana la nave rappresenta la Chiesa di cui Cristo è nocchiero; o l’anima in viaggio tra le tempeste della vita, verso la vita eterna. 2. In senso stretto il nome di nave è attribuito, sin dal sec. 16°, a un tipo di veliero d’alto bordo, con buone capacità di carico, attrezzato con tre o più alberi; in partic., riferito alla dotazione velica (attrezzatura, velatura a nave), indica un bastimento con tre alberi a vele quadre e bompresso, in contrapp. ad altri tipi (brigantino, goletta, ecc.); n. a palo, veliero a quattro alberi, i primi tre a vele quadre e l’ultimo a poppa (palo) con la sola vela di randa. 3. Recipiente a forma di nave; in partic., navi da latte, nella fabbricazione del formaggio, le vasche rettangolari di ferro stagnato, con fondo carenato, nelle quali riposa il latte per l’operazione di scrematura. 4. Sinon. meno frequente di navata: la n. centrale della chiesa; la n. trasversa, il transetto. 5. In astronomia, Nave, grande costellazione del cielo australe, a sud-est del Cane maggiore, che rappresenta la nave Argo (denominazione tolemaica, con cui è ancora talvolta ricordata); per la sua grande estensione, è stata suddivisa nelle costellazioni Carena, Poppa, Vela e Bussola, rappresentanti ciascuna la parte omonima della nave Argo. ◆ Dim. navicèlla (v.), e meno com. navicèllo m. (v.); rari il dim. navettina, l’accr. navóna (il nome di piazza Navona, celebre piazza romana, è comunem. ritenuto un’alterazione pop. dei nomi successivamente assunti dall’antico stadio di Domiziano: Campus o Circus Agonalis, Campus Agonis, [Campo] in Agoni, poi in Agona, e di qui Navona, con un’agglutinazione su cui ha influito la forma caratteristica della piazza), e il pegg. navàccia. V. anche navetta.

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