néro2 s. m. [uso sostantivato dell’agg.]. – 1. Il colore nero: vestire di n.; tingere in n. o di n.; avviso listato di n., in segno di lutto. Spesso in opposizione con bianco: non distinguere il n. dal bianco, non essere capace di distinguere tra cose e qualità molto diverse tra loro; mettere n. su bianco, mettere per scritto; disegno, fotografia, film, cinema in bianco e n. (per queste, e altre simili locuz., v. bianco2, n. 3 c); in opposizione a rosso (v. rosso, n. 2 f), nel linguaggio contabile, chiudere in n., conti in n., e sim., in attivo o in pareggio. In araldica, il nero è uno dei quattro colori principali, indicato nel tratteggio con linee verticali e orizzontali incrociate. Con altro sign., pagare, farsi pagare in n., senza osservare le norme fiscali, cioè mediante compenso che non figura nella regolare contabilità. 2. a. Parte nera di una superficie o di un oggetto, in quanto si può contrapporre ad altra parte di colore diverso: scurire i grigi e chiarire i n., in un disegno; facendo lampeggiare ora il bianco, ora il n. di due occhi grifagni (Manzoni). Nel gioco della roulette, il nero è una delle combinazioni possibili, in quanto la serie dei numeri è scritta sia su caselle rosse sia su caselle nere: puntare sul n. (o, come agg., sul 13 nero). b. In fitopatologia, per lo più nella locuz. mal del nero, malattia di alcune piante, sinon. di fumaggine. 3. Con sign. concreti: a. In genere, sostanza adoperata per colorare in nero: dare il n., dare una mano di nero. b. In chimica, con determinate specificazioni, nome di coloranti organici sintetici (azoici, allo zolfo, ecc.) usati per tingere fibre tessili o altri materiali (n. di alizarina, n. antrachinone, ecc.), o di pigmenti che assorbono la quasi totalità delle radiazioni luminose, dei quali i più usati sono i n. di carbonio, sostanze di provenienza e lavorazione diverse, la cui colorazione è dovuta alla presenza di carbonio elementare; tra questi ultimi la grafite, il nerofumo (v. alle singole voci), il n. vegetale, ottenuto per carbonificazione di particolari tipi di legno (per es. di vite), noccioli di frutta, melassa, e il n. d’ossa (o n. animale o carbone animale), ottenuto dalla calcinazione in assenza d’aria di ossa di animali sgrassate, detto n. d’avorio nei tipi migliori, ottenuto in passato per carbonificazione dei residui della lavorazione dell’avorio. N. di platino, di palladio, di sodio, uno strato dei suddetti metalli in fine suddivisione (e perciò con marcate proprietà catalitiche), ottenuto riducendo un sale solubile del metallo stesso. N. di pinolo, melanina artificiale che si ottiene ossidando blandamente il pinolo (v. pinolo2). c. N. animale, lo stesso che carbone animale (v. carbone). d. In