Nèutro

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neutro


nèutro agg. [dal lat. neuter -tra -trum]. – 1. Che non è né l’uno né l’altro di due fatti o stati che si considerano antitetici o contrapponibili. In partic.: a. In grammatica, genere n. (o semplicem. neutro come s. m., dal lat. neutrum [nomen], traduz. del gr. οὐδέτερον), genere grammaticale, presente nella maggior parte delle lingue indoeuropee antiche insieme al maschile e al femminile, in origine forse connesso con il genere naturale e limitato quindi a esseri inanimati che non ammettono distinzione di sesso; attualmente, tra le lingue europee moderne, è vivo ancora nelle lingue germaniche e slave, mentre, tra le lingue neolatine, ne è restata qualche traccia nella flessione pronominale e, in italiano antico e in romeno, anche nella flessione di pochi sostantivi e aggettivi (ital. ant. fòcora, romeno ant. focure, romeno mod. focuri, che sono plurali sul tipo -ŏra di tempus/tempŏra; ma tracce del neutro lat. si mantengono ancor oggi in forme plur. come ossa, uova, legna, membra, ciglia, la maggior parte delle quali coesistono con le forme masch. in -i; la terminazione plur. -a si è estesa anche a nomi originariamente non neutri, come le dita, le frutta, le risa, ecc., fenomeno diffuso con frequenza maggiore in alcuni dialetti). Nella terminologia grammaticale, l’aggettivo è stato usato nel passato (oggi raramente) come equivalente di intransitivo, riferito a verbi; e neutro passivo si è detto il verbo intransitivo con coniugazione pronominale (pentirsi, accorgersi, ecc.). Con diversa accezione, voce, sostantivo, verbo con significato neutro (o indifferente), espressioni usate talora in linguistica per indicare quelle voci altrimenti dette medie, che di solito hanno cioè senso positivo, ma avevano in origine o possono ancora avere un significato indifferente e perciò anche negativo (come il lat. fortuna, o il verbo ital. meritare). b. In entomologia, detto degli individui maschi o femmine incapaci di riprodursi, che costituiscono le caste di operai e soldati nelle società di termiti, api, formiche, ecc. c. In botanica, fiore n., quello con stami e pistilli abortivi o rudimentali, e perciò sterile, che può essere comunque utile come richiamo ottico per gli animali impollinatori (per es., i fiori ligulati dei girasoli e delle dalie). d. In chimica, di sostanza che non presenta reazione acida o basica, come, per es., le soluzioni acquose dei sali degli acidi forti e delle basi forti (cloruro di sodio, ecc.); in partic., dal punto di vista della concentrazione idrogenionica, soluzione n., quella che presenti un valore del pH uguale a 7. Olio n., privo di acidità. Sapone n., shampoo n., che non hanno alcalinità libera, o l’hanno in tracce minime. Rosso n., composto chimico (polvere verde-scuro, solubile in acqua con colorazione rossa), usato come indicatore di pH e come colorante biologico. Analogam., in agraria, terreno n., quello che presenta un pH di 6,6-7,5; in petrografia, roccia n., quella avente contenuto in silice compreso tra il 52 e il 65%. 2. In numerosi usi tecnici, si dice di un punto o di una retta o in generale di un luogo geometrico di punti per i quali risulti nullo il valore di una prefissata grandezza fisica; tale luogo fa da elemento di separazione tra due insiemi di punti per i quali quella grandezza è diversa da zero e ha segno opposto. In partic.: a. In algebra, elemento n., rispetto a una data operazione binaria tra elementi di un insieme A, un elemento e tale che per ogni elemento x di A siano verificate le relazioni ex = xe = x. b. In elettrotecnica, punto n., in un circuito polifase collegato a stella, il punto di connessione (centro della stella) dei singoli circuiti monofase, che può essere isolato o anche essere il terminale di un conduttore (filo n., o anche neutro s. m.); un circuito polifase realizzato con collegamenti a poligono non ha il punto neutro: qualora, in tal caso, sia necessario individuare il centro del sistema di tensioni concatenate presenti ai vertici del circuito, si collega una stella di impedenze uguali, il cui centro è chiamato n. artificiale del sistema. Nelle macchine a corrente continua, piano n. è il piano contenente i conduttori per i quali la forza elettromotrice indotta dal campo è nulla. È detto inoltre messa al n. il sistema di protezione contro gli infortunî, utilizzato in molti paesi ma non consentito in Italia perché considerato pericoloso, che consiste nel collegare al conduttore neutro le parti metalliche non in tensione dell’impianto (casse dei motori, involucri delle apparecchiature, ecc.) allo scopo di causare l’apertura dell’interruttore automatico di protezione in caso di guasto al sistema di isolamento e contatto tra un elemento metallico e un conduttore in tensione. In elettrologia, un corpo si dice elettricamente n. se non è elettrizzato, e magneticamente n. se non è magnetizzato. c. In fisica atomica e subatomica, si dicono neutre le particelle prive di carica elettrica. d. In geografia fisica, linea (o zona) n., regione, presso una spiaggia bassa, nella quale le componenti del flusso marino diretto (frangente) e del flusso indiretto (risucchio o riflusso) hanno risultante nullo e nella quale quindi è più alta la velocità di sedimentazione dei materiali sospesi nell’acqua. e. In ottica, detto di un mezzo trasparente che assorbe allo stesso modo radiazioni di diversa lunghezza d’onda: diffusore n., filtro n., vetro n., ecc.; in ottica atmosferica, punti n., quei punti della volta celeste nella cui direzione la luce diffusa dal cielo non è polarizzata. f. In scienza delle costruzioni, asse n., v. asse3 nel sign. 2 e. 3. a. Con sign. più generico, nel linguaggio com., di cosa o qualità che non abbia caratteri netti o definiti: un colore n., una tinta n., non molto vivaci, indefiniti o non ben definibili; un vino di sapore n. (o, più genericam., un vino n., con caratteristiche poco spiccate). b. In fonetica, detto di vocale dal timbro indistinto, la cui articolazione richiede una tensione minima degli organi vocali, come l’e «muta» del francese (per es., pardessuspardësü›), o l’e finale del napoletano (per es., Napulenàpulë›). c. In passato, nel tennis, volata n., volée eseguita opponendo semplicemente la racchetta alla palla senza imprimerle nuova energia, sicché essa ritorna in campo avversario in forza del suo impulso originario. d. In altri usi fig., esprime in genere un giudizio negativo sulle qualità o sui risultati di qualche cosa: uno stile n., privo di vigore e di personalità; una prova, un’esecuzione n., scialba. 4. Come equivalente di neutrale, che non parteggia né per l’uno né per l’altro dei combattenti: stato, paese n. (con questo sign., spesso con uso di s. m., spec. al plur.: i diritti dei neutri); territorio n., zona n.; incontrarsi in terreno n., anche in senso estens. e fig., di contese o liti che si risolvono presso persona non interessata. Nel linguaggio sport., campo n., il campo di gioco che appartiene a una società o squadra estranea alla gara che vi si svolge, e su cui si giocano di solito le partite di speciali qualificazioni e eliminatorie o, più spesso, le partite che si sarebbero dovute giocare sul campo di una società o squadra che ha subìto la squalifica del proprio terreno di gara.