notazióne s. f. [dal lat. notatio -onis, der. di notare «notare2»]. – 1. a. L’atto, il fatto e il modo di notare, cioè di segnare o contrassegnare: la n. delle pagine di un libro, fatta con l’apposizione di numeri progressivi sulle singole facciate (nei manoscritti antichi sulle singole carte, comprensive ciascuna del recto e del verso); anche con sign. concreto, per indicare i singoli segni o numeri o, con valore collettivo, il loro complesso: un manoscritto con n. saltuarie, o con n. sbagliata. Con questa accezione oggi è più com. numerazione. b. Il complesso di segni (lettere dell’alfabeto, numeri o altri simboli convenzionali) adottati sistematicamente per rappresentare elementi, caratteri o operazioni di determinate discipline, arti e attività: n. chimica, matematica, cristallografica, scacchistica; n. commerciale, quella usata dai commercianti per indicare il prezzo di vendita della merce secondo una chiave nota soltanto agli operatori dell’azienda o della ditta (si usa di solito una serie di lettere apparentemente casuale ma facilmente memorizzabile, a ciascuna delle quali si fanno corrispondere, nell’ordine, le cifre 1, 2, ecc.). In matematica, n. posizionale decimale, il modo ordinario di scrivere i numeri, nel quale il valore di ogni cifra si ottiene, per cifre della parte intera, moltiplicando la cifra medesima per 10 elevato al numero d’ordine della posizione di essa, che è 0 per il primo posto a sinistra della virgola (unità), 1 per la posizione seguente (decine), ecc.; analogamente per le cifre della parte decimale, salvo che l’esponente della potenza di 10 è negativo e di valore assoluto crescente a partire da 1 per il primo posto a destra della virgola. Nelle scienze è però più usuale la n. esponenziale scientifica, rappresentazione di un numero decimale con le sole cifre significative, opportunamente moltiplicate per una potenza di dieci (così, per es., 13.700 diventa 137 × 102; 0,0071 diventa 7, 1 × 10-3; ecc.); una variante è la n. esponenziale tecnica, nella quale si considerano soltanto potenze di dieci, positive e negative, con esponente multiplo intero di tre (cioè 103, 106, ecc. e 10-3, 10-6, ecc.), scelto in modo da avere numeri decimali la cui parte intera non supera mai tre cifre; con tale notazione si può passare immediatamente all’uso dei prefissi metrologici del sistema internazionale di unità di