Ogiva

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ogiva


s. f. [dal fr. ogive, ant. augive, prob. dallo spagn. aljibe «cisterna» (nella locuz. bóveda de aljibe «volta in cui due nervature cilindriche s’incrociano»), che è dall’arabo al-giubb «pozzo»]. – 1. Ciascuna delle nervature diagonali in rilievo delle volte a crociera romaniche e gotiche; anche, ma impropriam., l’arco a sesto acuto, caratteristico dell’architettura gotica: arco a ogiva, volta a ogiva, arco, volta a sesto acuto. 2. La porzione anteriore di un proiettile, la cui superficie esterna è quella generata dalla rotazione, intorno all’asse del proiettile, di un arco di cerchio o di altra linea meridiana tangente alla generatrice della parte cilindrica; ha lo scopo di dotare il proiettile stesso di una forma affusolata di ottima penetrazione aerodinamica. Anche, la parte dei missili, di forma simile a quella dell’ogiva dei proiettili, in cui si trova il carico utile, costituito da veicoli spaziali, strumenti, oppure, nel caso di missili bellici, esplosivo convenzionale o nucleare (in quest’ultimo caso il termine indica anche il carico stesso: missile con o. nucleare). 3. Involucro di forma affusolata, simile a quella dell’ogiva dei proiettili, che copre il mozzo di un’elica aerea (avendo la funzione di schermo aerodinamico per il mozzo) o marina (nel qual caso serve ad agevolare il deflusso dell’acqua dall’elica).

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