Oscarizzato

Neologismi (2008)

oscarizzato


p. pass. e agg. Insignito di un premio Oscar. ◆ Borbotta [Carlo] Ponti: «Per me, dovrebbe vincere come miglior regista americano Terrence Malick: [Steven] Spielberg è già stato troppo “oscarizzato”. Anche tu, Sofia, la pensi come me avendo molto amato “La sottile linea rossa”». Ma per Sofia [Loren], nell’attesa dell’unico pronostico che le interessa «per il nostro cinema», è il momento di far riaffiorare tanti ricordi legati agli Oscar. (Giovanna Grassi, Corriere della sera, 20 marzo 1999, p. 37, Spettacoli) • un grande concerto di Nicola Piovani, il musicista oscarizzato per «La vita è bella». (Alessandra Levantesi, Stampa, 2 agosto 2001, p. 26, Spettacoli) • Protagonista una formidabile Julie Andrews (oscarizzata), circondata da sette pargoli da accudire in un’Austria su cui s’allunga l’ombra malata della Germania di Hitler, il film, nato da un musical di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein, trasferisce in svolazzi d’Arcadia e paesaggi pubblicitari per formaggi orchestrali l’ansia di fuga dall’incubo nazista, con finale trasbordo nella neutra Svizzera, (Mario Serenellini, Repubblica, 9 gennaio 2007, Torino, p. VIII).

Derivato dal s. m. inv. Oscar con l’aggiunta del suffisso -izzato.

Già attestato nella Repubblica del 23 aprile 1994, p. 36, Spettacoli (Alberto Farassino).

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata