ottava s. f. [femm. sostantivato dell’agg. ottavo]. – 1. Periodo di sette giorni che segue a una festività religiosa, di cui è un prolungamento: l’o. di Pasqua, di Natale. 2. Nella metrica, strofa di 8 endecasillabi, di cui i primi 6 a rima alternata e i 2 ultimi a rima baciata: derivata secondo alcuni dallo strambotto siciliano, secondo altri dalla stanza della ballata o della canzone, comparve nella poesia religiosa e giullaresca sulla fine del sec. 13° e venne usata dal Boccaccio per la poesia narrativa, di cui restò il metro caratteristico: poema in ottave (o anche in ottava rima). Talvolta, più in partic., con riferimento al modo in cui la strofa stessa è trattata dall’uno o dall’altro poeta da cui è stata usata: l’o. del Poliziano, dell’Ariosto, del Tasso. 3. a. In musica, intervallo musicale che abbraccia otto gradi della scala diatonica: o. giusta (per es., do-do8) comprendente cinque toni e due semitoni diatonici, o. diminuita (per es., do-do8 bemolle) comprendente quattro toni e tre semitoni diatonici, o. aumentata (per es., do-do8 diesis) comprendente cinque toni, due semitoni diatonici e un semitono cromatico. b. Per estens., l’insieme delle note comprese nell’intervallo di un’ottava: il clavicembalo abbraccia quattro o.;