Papiglionàcee

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papiglionacee


papiglionàcee (o papilionàcee) s. f. pl. [lat. scient. Papilionaceae, der. del lat. class. papilio -onis «farfalla», con riferimento alla morfologia della corolla]. – In botanica, famiglia di leguminose comprendenti specie per lo più erbacee, soprattutto nelle regioni extratropicali, ma anche arbustive o arboree, prevalenti nei paesi tropicali; hanno foglie tipicamente composte e stipolate, calice di solito gamosepalo e sono caratterizzate da una corolla, dialipetala, irregolare (detta papiglionacea per l’aspetto che richiama la forma di una farfalla), la quale si compone di cinque pezzi, uno più ampio posteriore, detto vessillo, due ali laterali e una carena formata da due petali concresciuti verso la sommità, che racchiudono gli antofilli fertili; l’androceo è in genere formato da 10 stami mono- o diadelfi, il gineceo monocarpellare dà origine al tipico frutto chiamato legume. Ha grande interesse biologico e pratico la loro capacità di organicare l’azoto atmosferico grazie alla simbiosi con batterî del genere Rhizobium, che causano la formazione dei caratteristici tubercoli o noduli radicali. Seconde per importanza agronomica solo alle poacee, comprendono alcune centinaia di generi (Astragalus, Medicago, Phaseolus, Trifolium, ecc.) con circa 12.000 specie.