Passivo

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passivo


agg. [dal lat. tardo passivus, der. di passus, part. pass. di pati «patire, subire»]. – 1. In senso generico, che subisce, che riceve l’azione (in contrapp. a attivo). Nel linguaggio com., che è caratterizzato dalla mancanza di attività, di dinamismo, di spirito di iniziativa, dalla tendenza a subire le situazioni, la volontà e le azioni altrui, senza agire o reagire prontamente e con decisione: un temperamento, un carattere p.; un individuo p. e rassegnato; assumere un atteggiamento p.; essere, rimanere p. di fronte a un attacco, a un pericolo, a un’ingiustizia; obbedienza p., quella di chi obbedisce ciecamente, senza chiedersi se l’ordine ricevuto sia o no giustificato; difesa p., quella di chi si limita a difendersi senza passare mai al contrattacco; resistenza p., quella di chi evita ogni reazione, limitandosi alla non collaborazione (anche, forma di opposizione non violenta a imposizioni e obblighi da parte di un’autorità, qualora siano ritenuti ingiusti). Con uso più recente, fumo p., quello che si è costretti ad aspirare in ambienti in cui ci sono altre persone che fumano. Nei rapporti omosessuali, detto di chi svolge il ruolo femminile. Per estens., talora, inerte: la materia p.; esser diventato un corpo p., paralizzato, che non reagisce più ad alcuna sollecitazione esterna. 2. In grammatica, si definisce passivo un sistema di forme verbali che esprimono l’azione in quanto subìta dal soggetto, in contrapp. alla diatesi attiva (nella quale il soggetto è «agente», fa cioè l’azione): verbo p., coniugazione p.; anche s. m.: coniugare al p.; il p. del verbo «amare». 3. In chimica, stato p., quello di una sostanza (tipicamente, un materiale metallico) che ha subìto il processo di passivazione. 4. In elettrotecnica ed elettronica, di elemento circuitale o di circuito in cui non siano localizzate sorgenti di forza elettromotrice: quadripolo p., rete p., ecc. Nella tecnica delle telecomunicazioni, terminale p., apparecchiatura terminale di un collegamento che non richiede di essere alimentata da una fonte di energia in quanto nel luogo dove è installata riceve energia dall’altro terminale; in partic., ripetitore p., denominazione data correntemente ai riflettori metallici talora inseriti nelle tratte dei ponti radio a microonde. 5. a. Nel linguaggio contabile e amministrativo, di impresa, azienda, ecc., che non dà utile in quanto i ricavi sono inferiori alle spese: la ditta è p.; bilancio p.; è un’istituzione interamente passiva. Partite p. di un bilancio preventivo, le uscite; elementi p., i debiti e gli altri oneri gravanti sull’amministrazione di un’azienda. Nel linguaggio banc., operazioni p., le operazioni di provvista di fondi, quelle cioè mediante le quali le banche prendono capitali a credito. b. Come s. m., la sezione del bilancio in cui si descrivono gli elementi passivi del patrimonio di un’impresa: mettere, segnare, iscrivere, registrare al p. (anche fig., di qualsiasi perdita o danno). Oppure, il complesso degli elementi passivi (debiti e altri oneri): il p. supera l’attivo; p. netto, o scoperto, l’eccedenza del valore degli elementi passivi su quelli attivi; chiudere in p., in perdita. In senso estens. e fig., danno, perdita in genere: il partito è uscito dalle elezioni con un forte p.; mettere, registrare, segnare in p., considerare come negativo, come un insuccesso; chiudere il bilancio in p., in modo negativo. ◆ Avv. passivaménte, in modo passivo, senza intervenire attivamente o senza reagire: partecipare passivamente a una discussione; accettare, cedere, obbedire passivamente.

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