Pèlago

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pelago


pèlago s. m. [dal lat. pelăgus, gr. πέλαγος «mare»] (pl. -ghi), letter. – 1. Mare; vasta e profonda distesa d’acqua: come quei che con lena affannata, Uscito fuor del p. a la riva, Si volge a l’acqua perigliosa e guata (Dante); sovra la profonda Pace del glauco pelago Uscì Venere (Carducci). 2. In usi fig., passione, per lo più d’amore, in cui l’animo rischia di perdersi: quel piacere che egli [l’amore] è usato di porgere a chi troppo non si mette ne’ suoi più cupi p. navigando (Boccaccio); insieme di argomenti intricati e difficili: non voglio che entriamo in altri p., essendo convenuti qui per discorrer della materia nostra (Galilei); più com., grande quantità di cose spiacevoli e fastidiose dalle quali è difficile liberarsi: mettersi, cacciarsi in un p. di guai (cfr. impelagarsi); assol.: in che pelago mi trovo!; più semplicem., quantità stragrande di cose di qualsiasi genere: in questo p. di notizie e notiziole c’è da smarrirsi. ◆ Dim. pelaghétto, piccolo specchio d’acqua.