penitènte agg. e s. m. e f. [dal lat. paenĭtens (o poenĭtens) -entis, part. pres. di paenitere «pentirsi»]. – 1. a. Come agg., che si pente dei proprî errori, delle proprie colpe: a questa etade è necessario d’essere p. del fallo (Dante); spec., in senso religioso, che fa penitenza dei proprî peccati: peccatore, peccatrice penitente. Con uso di sost., chi fa penitenza, si dedica cioè a pratiche o a una vita di penitenza: una processione di penitenti; vestire il saio di penitente; Maddalena, la p.; sembra che voglia far vita di p. e di romito (Bacchelli); anche, il fedele che si accosta al sacramento cattolico della penitenza o confessione: il sacerdote ascolta i p., dà l’assoluzione al penitente. b. Nella denominazione di appartenenti ad alcune comunità monastiche: Frati p. di Gesù Nazareno (detti anche scalzetti, per i piedi nudi), ordine monastico con regola e vita di ispirazione francescana, istituito a Salamanca (1752) da Giovanni Alfonso Varela y De Losada, soppresso nel 1935; le P. di Nostra Signora del Rifugio, istituite (1631) a Nancy dalla