Pèsca

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pesca


pèsca s. f. [lat. pĕrsĭca (malus) «(melo) di Persia»]. – 1. a. Il frutto del pesco, che matura da maggio a ottobre a seconda delle varietà, ricco di sali minerali e di vitamine (soprattutto A e C); è una drupa globosa, a buccia vellutata (p. vere) o glabra (p. noci o p. lisce) e polpa succosa più o meno consistente, zuccherina, aromatica, di vario colore (biancastro, giallo, verdognolo, rosso), di norma con un solo seme contenuto in un nòcciolo aderente alla polpa (p. duracine) o distaccabile (p. spicche, o meno com. spiccagnole), provvisto di solchi nel senso della lunghezza: cogliere, sbucciare, mangiare una p.; un cesto, un chilo di pesche; marmellata di pesche; p. sciroppate. Pesca Melba (fr. pêche Melba), tipo di dessert ideato a Londra dal maestro di cucina fr. G.-A. Escoffier (1847-1935) in onore della cantante australiana Nellie Melba (1859-1931): si prepara con pesche mature sbucciate e cotte in sciroppo vanigliato, presentate, fredde, in coppa su una base di gelato alla vaniglia e ornate con lamponi freschi schiacciati. Olio di mandorle di pesca, olio grasso che si estrae dal nòcciolo per spremitura, di colore giallo, con odore e sapore simili a quelli dell’olio di mandorle. b. È frequente termine di confronto per indicare la freschezza dell’incarnato: pelle, carnagione di pesca; vellutato, roseo, morbido come una pesca. c. Come agg., invar., colore giallo-roseo simile a quello della polpa o della buccia di tale frutto: una camicetta rosa p.; una seta color pesca. 2. fig. Livido lasciato sul volto o su altra parte del corpo da una percossa: girava ... per il paese, con una gran p. in un occhio prodotta da una legnata (Fucini); per estens., scherz. (non com.), botta, percossa che lascia il segno: E pesche senza nocciolo appiccava, Che si rittrasse ognun che n’assaggiava (Pulci). Anche, occhiaia livida, dovuta a stanchezza o malessere; per lo più al plur.: si sveglia spesso con le p. agli occhi; vedeva la ragazza così gracile, così pallidina, con quelle p. sotto gli occhi (Verga); giallo, smunto e con le p. agli occhi, ricominciò a consumare tutte le mattinate in letto, sollevato da alcuni guanciali (Ed. Calandra). ◆ Dim. peschina, peschétta; spreg. pescùccia; accr. pescóna; pegg. pescàccia (tutti nel sign. proprio).

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