Piano²

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piano2


piano2 s. m. [lat. planum «pianura» (propr. neutro sostantivato dell’agg. planus: v. la voce prec.); nel sign. 7 ricalca il fr. plan] (pl. ant. le piànora). – 1. Superficie piana, generalm. orizzontale, ma anche verticale o variamente inclinata. In partic.: a. Distesa di terreno piano, pianura: scendere al p., dalla montagna in pianura: la strada corre in p. per parecchi chilometri; loda il poggio e tienti al p., prov. che suggerisce prudenza, cautela. È elemento frequente in toponimi, sia al sing.: Piano di Sorrento (anche tronco: Pian de’ Valli, e in grafia unita Piancastagnaio), sia al plur.: Piani d’Aspromonte (v. anche piana1). Nel linguaggio alpinistico, spiazzo o terrazza che s’incontra dopo una ripida salita (anche pianerottolo). b. L’elemento orizzontale che limita superiormente un mobile, una struttura o altro oggetto: una tavola, un sedile col p. di legno, di marmo; appoggiare l’orologio sul p. del comodino; anche, ciascuno dei varî palchetti di una scaffalatura (più com. ripiano). In scenotecnica, p. scenico, il ripiano del palcoscenico sul quale si muovono gli attori (nel passato, chiamato anche p. inclinato, o declivio). In strumenti musicali a corde con cassa di risonanza (cassa armonica), si chiama p. armonico, o anche tavola armonica, la superficie superiore della cassa, variamente conformata nei diversi strumenti, e con aperture di forma diversa per la diffusione del suono; nel violino e strumenti congeneri, per es., le aperture sono due, conformate a f, e pongono in comunicazione con l’esterno la massa d’aria vibrante all’interno. In legatoria, sinon., meno com., di piatto (di un libro rilegato). c. La superficie di un terreno o di una struttura orizzontale piana uniforme: p. stradale (o p. viabile), la superficie di scorrimento di una strada, sulla quale transitano i veicoli in moto; p. di campagna, la superficie, per lo più pianeggiante, che delimita superiormente il terreno interessato alle opere di una costruzione (strada, muro di sostegno, fondazioni di un edificio, ecc.). d. Nella tecnica, nome di strutture o manufatti o dispositivi costituiti (o limitati) da superfici piane; per es., nella tecnica ferroviaria, p. caricatore, piazzale sopraelevato rispetto al piano dei binarî, con rampa d’accesso di lieve pendenza, costruito per rendere più agevole il carico e lo scarico delle merci dai carri, adibito anche a deposito temporaneo delle merci da ricaricare, e, con particolari adattamenti strutturali, al carico di bestiame, di materiale militare pesante, ecc. (piani caricatori analoghi sono usati anche, in mercati, officine, stabilimenti industriali, per il carico di merci su autocarri); p. di paragone, o di tracciatura, banco di ghisa usato in officina quale strumento di appoggio per i pezzi sui quali si deve eseguire la tracciatura prima della lavorazione; p. di prova, in elettrologia, dispositivo consistente in un piccolo e sottile elettrodo piano provvisto di un’impugnatura di materiale dielettrico, usato per misurare la densità superficiale di carica di un corpo elettrizzato. e. P. inclinato, macchina semplice destinata a facilitare il sollevamento di pesi, costituita da una superficie piana inclinata di un angolo abbastanza piccolo nei confronti del piano orizzontale: su tale superficie risulta più facile sollevare un corpo perché il peso di questo è equilibrato, in assenza di attrito, da una forza, parallela alla superficie stessa, equivalente al peso del corpo moltiplicato per il seno dell’angolo di inclinazione; con la stessa denominazione è indicato un sistema di trasporto usato nelle miniere, costituito da una coppia di binarî disposti su una superficie inclinata, lungo i quali salgono carrelli pieni e scendono carrelli vuoti; e il sistema d’innalzamento di natanti tra quote diverse di una via d’acqua, costituito da una vasca montata su ruote e trainata lentamente su rotaie disposte su una piattaforma inclinata. 2. In un edificio, lo spazio compreso tra la faccia superiore di un solaio (pavimento) e la faccia inferiore del solaio sovrastante (soffitto), in cui sono disposte stanze e ambienti interni o esterni, formanti uno o più appartamenti: una casetta a due p.; un palazzo di cinque p.; un grattacielo di cinquanta p.; in ordine crescente d’altezza: p. interrato, p. seminterrato, p. terra o p. terreno, p. rialzato, primo p., secondo p. (o p. nobile, negli antichi palazzi patrizî), terzo p., quarto p., ecc.; ultimo p., p. attico (anche assol.: abitare all’attico). Il termine è peraltro usato anche per indicare la superficie piana corrispondente al pavimento di un solaio (per es.: l’ascensore s’è fermato qualche decimetro sotto il piano). 3. Con accezioni simili alla prec.: a. In fitogeografia, p. altitudinale, o p. di vegetazione, suddivisione del manto vegetale che si differenzia con l’altitudine al variare delle condizioni climatiche: p. basale, p. montano, p. culminale, ulteriormente suddiviso in alpino, subnivale e nivale; ciascuno dei piani è in genere caratterizzato da associazioni forestali, pratensi, e anche da aspetti colturali, più o meno naturalizzati. b. In geologia, suddivisione stratigrafica corrispondente a quella cronologica detta età, e ulteriormente divisibile in sottopiani: comprende tutte le rocce formatesi durante un’età (più piani raggruppati costituiscono una serie); ciascun piano viene denominato con un aggettivo geografico relativo alla località in cui è stato istituito: per es., p. messiniano, tortoniano, langhiano, dalla città di Messina, di Tortona, dalla regione delle Langhe. c. Nella tecnica mineraria, p. di coltivazione, parte di un giacimento minerario in coltivazione delimitata da gallerie di livello che sono situate, in genere, a distanze variabili tra 20 e 40 metri. 4. Nella tecnica e nelle scienze applicate, il termine è usato, con varie qualificazioni, sia per indicare superfici materiali sensibilmente assimilabili a superfici geometriche piane (così p. di fondazione, p. di spiccato, p. d’imposta nelle costruzioni; p. di faglia, p. di scistosità in geologia), sia, più spesso, per denominare superfici piane ideali, o comunque non materializzate; per es.: p. di tiro, in balistica; p. del moto, nella meccanica dei moti piani; p. focale, p. nodale, in ottica geometrica; p. di polarizzazione e p. di vibrazione, nella propagazione per onde; p. delle finestre, p. delle arcate, nelle costruzioni, quello contenente le finestre o gli archi di una facciata; p. di galleggiamento, in marina, la figura piana racchiusa dalla linea di galleggiamento (v. galleggiamento); p. di deriva, la superficie che un galleggiante offre al suo movimento trasversale (deriva), costituita approssimativamente da un rettangolo avente per lati la lunghezza e l’immersione media; p. alare, p. frontale, p. di coda, in aeronautica, le superfici su cui si trovano i varî elementi strutturali del velivolo; p. del ferro, o p. di rotolamento, nelle costruzioni ferroviarie, il piano che s’immagina tangente superiormente ai funghi delle due rotaie di un binario; in mineralogia, p. reticolare, in un reticolo cristallino, l’insieme di nodi ordinati in un piano come i vertici di tanti parallelogrammi (maglie) uguali, contigui e paralleli; p. di simmetria, un piano cristallografico che divide un cristallo in due metà specularmente simmetriche; p. degli assi ottici, il piano immaginario sul quale giacciono i due assi ottici dei cristalli biassici; in astronomia, p. fondamentale, il piano contenente il circolo massimo (cerchio base) assunto come riferimento di un determinato sistema di coordinate celesti. 5. In matematica, il piano è, insieme con il punto e la retta, uno degli enti fondamentali della geometria. Alla nozione intuitiva di piano si perviene generalizzando esperienze elementari di superfici lisce, non incurvate (per es., la visione di una distesa di acque tranquille), supponendo le superfici stesse illimitate e uniformi in tutte le direzioni; nel contesto rigoroso della geometria euclidea, la nozione, assunta come primitiva, è implicitamente definita dai postulati del p.: 1. nello spazio, per tre punti non allineati passa uno e un solo piano; 2. se una retta contiene due punti di un piano, allora giace interamente sul piano; 3. ogni retta di un piano divide questo in due parti. Un piano è individuato, oltre che da tre punti non allineati, anche da due rette incidenti o parallele (distinte), ovvero da una retta e da un punto non appartenente ad essa. In geometria analitica, un piano è rappresentato nello spazio da un’equazione del tipo ax + by + cz + d = 0 (se d = 0 il piano passa per l’origine degli assi cartesiani). Si parla, più specificamente, di p. euclideo, proiettivo, affine, metrico, ecc., a seconda che ci si riferisca alla geometria euclidea, proiettiva, affine, metrica, ecc. In partic.: p. cartesiano, piano in cui è stato fissato un sistema di coordinate cartesiane (v. coordinata, n. 1); p. asse di un segmento, nella geometria euclidea, il piano perpendicolare al segmento nel suo punto di mezzo; p. complesso, o p. di Argand-Gauss, il piano cartesiano per rappresentare numeri complessi, in cui si riporta in ascissa la parte reale a e in ordinata il coefficiente b dell’unità immaginaria i del numero complesso generico a + ib (v. complesso1, n. 4 a); p. equatoriale, in una superficie di rotazione, ogni piano perpendicolare all’asse di rotazione che contenga un equatore della superficie, ossia un parallelo di raggio massimo rispetto ai paralleli vicini; p. di proiezione, nella geometria descrittiva, uno dei piani sui quali si proietta una figura dello spazio allo scopo di ottenerne una rappresentazione piana. 6. a. Ciascuno dei piani ideali in cui può immaginarsi scomposta una visione prospettica, in modo che uno di essi appaia più vicino all’osservatore (primo p.), gli altri gradualmente più lontani, fino al piano di fondo. In fotografia, cinematografia e, in generale, nelle arti figurative, si dice primo p. o in primo p. quella parte del soggetto che si fa risultare nell’immagine più vicina all’obiettivo, o all’osservatore, sia perché più importante sia per motivi estetici o artistici di composizione e di inquadratura; per estens., secondo p., la parte del soggetto meno vicina all’obiettivo, ma tuttavia notevole e che perciò si distacca dal resto. Con terminologia e definizioni più tecniche, si distinguono in cinematografia (facendo riferimento alla figura umana) un primissimo p., un primo p., un p. medio (detto anche mezzo primo p.) per indicare le inquadrature che comprendono rispettivam. il volto soltanto (o particolari di esso), il volto e le spalle, mezza figura (o uno spazio corrispondente), mentre è detta p. americano l’inquadratura che comprende pressappoco la figura dalla testa all’altezza del ginocchio. P. sequenza, tipo di ripresa cinematografica e televisiva in cui la camera realizza, senza stacchi, un unico e continuo movimento in carrellata, così da descrivere l’azione nella sua interezza (nato per facilitare le operazioni di montaggio di riprese su nastro magnetico, è stato poi utilizzato anche a fini espressivi): i celebri piani sequenza di A. Hitchcock. b. In usi fig., per stabilire livelli qualitativi diversi: una figura di primo p., una persona che ha particolare importanza in un ambiente, in un campo d’azione (e così: una figura di secondo, di terzo p., e sim., di importanza secondaria, minore o minima; analogam., un particolare di secondo p., di scarsa rilevanza). Più genericam. (e con accostamento al sign. 2), mettere sullo stesso p., due persone, due fatti, due situazioni, ecc., attribuire ad essi la stessa importanza, giudicarli equivalenti, e sim.; anche per determinare settori di attività, di interessi, di pertinenza: le ripercussioni che si possono avere sul p. politico; sul p. finanziario l’accordo può essere conveniente; porre, spostare la questione sopra un altro p., analizzarla o valutarla da un diverso punto di vista. 7. a. Disegno, rappresentazione grafica di opere naturali o artificiali, di un luogo, di un terreno, o di un complesso di elementi predisposti secondo una precisa collocazione, che, accompagnata di solito da opportune didascalie o norme esecutive (a cui pure si dà il nome di piano), è destinata a servire di guida e di progetto per una costruzione: p. quotato, planimetria di una zona di terreno con l’indicazione dei punti caratteristici e delle quote corrispondenti (ricavate mediante livellazioni effettuate per lo più con il tacheometro o, per grandi estensioni, con rilevamenti aerofotogrammetrici), di partic. importanza nelle costruzioni stradali e idrauliche; p. di stazione, planimetria d’insieme di un piazzale di stazione ferroviaria, con l’indicazione sintetica in scala delle caratteristiche dell’armamento (binarî e deviatoi), dei manufatti (piani caricatori, marciapiedi, pensiline, sottopassaggi e sovrapassaggi) e delle costruzioni (fabbricato viaggiatori, magazzino merci, deposito locomotive, ecc.); p. di costruzione di una nave; p. velico, o della velatura (v. velico). Analogam., p. di battaglia, rappresentazione della distribuzione tattica delle forze impegnate nella battaglia e delle direttive di marcia. b. Complesso di indicazioni, ordinatamente elaborate e prefissate nella loro successione, per lo più (ma non necessariamente) in un documento scritto, secondo le quali si intende predisporre e regolare lo svolgimento di un’azione, di un’attività o di una serie di attività, di un’impresa: piano, o piani, di guerra; p. di studî o di studio, il programma che lo studente universitario è tenuto a redigere (eventualmente concordandolo con i professori) all’inizio del corso di laurea, indicando le materie e gli esami che intende frequentare e sostenere (e anche, per metonimia, il foglio o fascicolo contenente tale programma: presentare il p. di studio; approvare un p. di studio; p. dell’offerta formativa (detto anche POF), il documento nel quale un istituto scolastico presenta il progetto didattico e organizzativo che ha deciso di realizzare, nell’esercizio dell’autonomia che gli è stata riconosciuta dal legislatore, per la formazione dei suoi allievi; p. di caccia, con cui, nelle riserve, si stabilisce il numero dei capi da abbattere, nonché il tempo e il modo dell’esercizio venatorio; p. di lavorazione, in cinematografia, il progetto per la realizzazione di un film, studiato dal direttore di produzione con la collaborazione del regista e del produttore, in relazione alla sceneggiatura, alla disponibilità degli attori, ecc.; p. (o programma) degli esperimenti, in statistica, il complesso delle operazioni, preliminari a una ricerca, col quale si stabilisce il tipo di dati che occorre raccogliere, e la tecnica che occorre seguire nel raccoglierli, affinché si possa poi procedere alle elaborazioni previste e si possano trarre, da queste, induzioni attendibili; p. di rilevazione, la fase d’impostazione di una rilevazione statistica, nella quale si stabiliscono gli scopi, i limiti e il metodo dell’indagine; in aeronautica, p. di volo, documento che contiene tutti i dettagli nautici in funzione del percorso e delle condizioni meteorologiche (quota, rotta, velocità, tempi di volo parziali e totale, ecc.); in aeronautica e in marina, p. di carico o (spec. in marina) p. di stivaggio, il documento relativo alla corretta distribuzione dei carichi (merci, passeggeri, carburante, ecc.) a bordo di un velivolo o di una nave, approntato al fine di non pregiudicare la stabilità del mezzo di trasporto oltre che per garantire l’ottimale conservazione delle merci. In senso più ampio, coordinare, predisporre un p. comune d’azione; discutere un p. d’attacco; sventare i p. del nemico (anche alludendo ad attacchi, intrighi, maneggi di carattere non bellico). c. In urbanistica, il termine, accompagnato da ulteriori specificazioni, indica ciascun atto amministrativo volto a determinare la configurazione del territorio: p. regolatore generale, quello che stabilisce direttive e vincoli nell’ambito del comune comprendente spesso più piani particolareggiati inerenti alle caratteristiche delle singole opere; p. territoriale di coordinamento, che pone in relazione zone di insediamento e poli di sviluppo industriale con particolare riguardo alle infrastrutture: contiene, in genere, diversi piani regolatori e piani paesistici; p. comprensoriale, che individua le zone di rinnovamento, bonifica e tutela delle risorse naturali e designa i comuni che dovranno procedere alla redazione del piano regolatore generale; p. intercomunale, utilizzato quando due comuni vicini abbiano una stretta interrelazione di strutture urbane ed extraurbane; p. regionale, riguardante la localizzazione degli insediamenti, dei servizî e delle opere pubbliche di interesse nazionale, interregionale e regionale; p. di zona, che prende in esame un’area destinata all’edilizia economica e popolare. d. In economia, p. economico, la razionale utilizzazione dei mezzi già disponibili e di quelli di cui il soggetto ritiene di poter disporre in un dato periodo di tempo, in modo da conseguire il più economicamente possibile i fini che intende raggiungere (v. programmazione e pianificazione): si possono avere p. di consumo e p. di produzione, p. individuali e collettivi, p. volontarî e p. obbligatorî, p. indicativi e p. di organizzazione sociale, p. statali globali e di settore. Alcuni piani d’interesse politico, sociale ed economico sono noti con partic. denominazioni, talora costituite dal nome dell’uomo politico che li ha elaborati e proposti: p. quinquennale (v. quinquennale); p. Marshallmàašël〉, piano per la ricostruzione economica dell’Europa proposto dopo la fine della 2a guerra mondiale (1947) dal segretario di stato statunitense George Marshall. e. In contabilità, p. dei conti, l’elenco di tutti i conti aperti nel libro mastro per il funzionamento del sistema di scritture. In matematica finanziaria, p. di ammortamento, prospetto nel quale si espongono le somme relative all’estinzione di un debito nei varî intervalli di tempo: vi sono usualmente riportate la quota capitale, la quota interesse, la rata, il debito estinto e il debito residuo. In sede di liquidazione volontaria, p. di riparto, il progetto di suddivisione per quote fra gli aventi diritto delle somme ricavate dalla realizzazione di un’attività o di un complesso di attività patrimoniali, compilato dall’organo preposto alla liquidazione. f. P. di lancio, nella tecnica pubblicitaria, la serie di iniziative (offerte gratuite, campioni di prova, inserti e spot pubblicitarî, ecc.) volte a favorire l’immissione sul mercato di un determinato prodotto o di una linea di prodotti. g. Per estens., nell’uso com., sinon. di programma (e, talora, di progetto), con implicita però l’idea che si tratti di un programma complesso o che il coordinamento dei varî elementi abbia richiesto accortezza e pazienza: ho un p. d’azione che non mi può fallire; ho fatto i miei p. per le vacanze; vediamo se la ragazza resisterà al mio p. d’attacco; stava congiurando contro di me, ma io ho sventato i suoi piani. 8. In araldica, campagna diminuita, ridotta alla metà della sua altezza, delimitata superiormente da una linea retta; può essere cucito e si blasona, come la campagna, dopo le altre pezze e figure ma prima del capo e della bordura. ◆ Dim. pianétto, anche con accezioni proprie (v. la voce); v. anche pianuzzo.