pionière s. m. [dal fr. pionnier (der. di pion, che ha il sign. e l’etimo dell’ital. pedone), nell’accezione assunta da questa parola nel sec. 19° («chi comincia a sfruttare territorî vergini», «chi apre la via al progresso»); prima significò «fante» e successivamente «soldato del genio»]. – 1. Nel linguaggio milit., sinon., non più in uso, di guastatore. 2. (f. -a) a. Chi apre una via agli altri, esplorando regioni sconosciute e insediandosi in esse, in modo da consentire nuovi sbocchi all’attività umana; in partic., con riferimento alla storia degli Stati Uniti d’America, denominazione dei colonizzatori delle lontane terre dell’Ovest. Per estens., chi è il primo o fra i primi a lanciarsi in una iniziativa, a intraprendere un’attività, a diffondere un’idea, aprendo nuove strade, nuove prospettive e possibilità di sviluppo: i p. dell’industria; i p. dell’aviazione, dei voli spaziali; i p. dell’automazione; i p. dell’ideologia socialista. Talvolta anche, con usi estens., in funzione di agg. (e in questo caso si può avere, al masch. sing., una variante pioniero): l’importanza pioniera della cultura italiana nei secoli 16° e 17° (Monelli). b. In Unione Sovietica, denominazione dei ragazzi d’età dai 9 ai 14 anni, d’ambo i sessi, che erano iscritti alle organizzazioni giovanili comuniste. Analogamente, si è avuta in