Piòvra

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piovra


piòvra s. f. [dal fr. pieuvre, propr. voce normanna, che risale al lat. poly̆pus «polipo», introdotta nell’uso dai Travailleurs de la mer di V. Hugo, 1866]. – 1. Nome con cui vengono indicati alcuni molluschi cefalopodi (per es., Architeuthis dux) viventi nelle grandi profondità marine, comunem. ritenuti di forme gigantesche, che possono raggiungere i 20 m di lunghezza e il peso di 2 o 3 quintali; i dubbî sulla reale esistenza di questi animali (i racconti di viaggiatori che riferivano sulla loro capacità di assalire e sommergere navi venivano considerati leggendarî) non furono chiariti finché, dal 1870 in poi, non avvenne la cattura di alcuni esemplari presso Terranova e lungo le coste della Norvegia. 2. fig. a. Persona avida e priva di scrupoli, che vive sfruttando egoisticamente e spietatamente un’altra o altre persone, fino a distruggerne le risorse e le energie, e a provocarne talvolta la rovina: usurai che sono vere p.; si è lasciato irretire da quella donna, che è stata una p. per lui; anche con riferimento a situazioni sociali: il Nord concretamente era una ‘piovra’ che si arricchiva alle spese del Sud (Gramsci). b. Organizzazione criminale, con ramificazioni molto estese, il cui potere e la cui influenza si estendono, in forme anche spietate, in disparati settori della realtà politica, sociale ed economica; l’espressione, che fa allusione non solo ai lunghi e forti tentacoli del mollusco ma anche alla sua vita abissale, e che forse è ispirata da un uso analogo assunto in ingl. da octopus (v. ottopodi), è oggi una metafora corrente con cui è indicata soprattutto la mafia, per influenza del titolo («La piovra») di un ciclo di film televisivi in più puntate, iniziato con quello del regista D. Damiani, mandato in onda nel marzo 1984.