Pipistrèllo

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pipistrello


pipistrèllo s. m. (lat. vespertilio (-onis), der. di vesper «sera»; cfr. le forme antiche vispistrello, vipistrello]. – 1. Nome con cui sono genericamente indicate le specie di mammiferi appartenenti all’ordine chirotteri; sono gli unici mammiferi che abbiano la facoltà di volare, grazie alla presenza di una membrana alare (patagio), sostenuta dallo scheletro degli arti, in partic. dal radio e dalla mano (le cui dita sono molto allungate), che si estende ai lati del corpo, agli arti posteriori e alla coda; il tegumento è rivestito di una soffice pelliccia di colore bruno, grigio o olivastro; in relazione alla particolare capacità di emettere e ricevere ultrasuoni, utilizzati per la percezione di oggetti nel buio, molte specie (in partic. microchirotteri) presentano formazioni laminari intorno alle narici (foglie nasali), più o meno sviluppate secondo le famiglie, e ampî padiglioni auricolari, con un trago situato davanti al meato uditivo. Sono animali prevalentemente crepuscolari e notturni e durante il giorno riposano, spesso riuniti in grandi colonie, sugli alberi o in cavità naturali e artificiali; alcune specie vanno in letargo, altre sono migratrici; in base al tipo di alimentazione si distinguono specie carnivore, insettivore, frugivore, ematofaghe (i vampiri), nettarivore o pollinivore. In Italia sono presenti una trentina di specie, esclusivamente insettivore, riunite nelle famiglie vespertilionidi, rinolofidi e molossidi. 2. a. Per similitudine, tipo di pastrano con mantellina, senza maniche, in uso nel sec. 19°. b. A pipistrello, locuz. usata come agg. nell’espressione maniche a pipistrello, tipo di maniche molto ampie, non a giro, che partono quasi dalla vita. 3. Pesce pipistrello, nome di alcuni pesci lofiformi, caratterizzati dal corpo depresso e allargato anteriormente, con grosse pinne pettorali e piccole pinne pelviche, entrambe utilizzate per la locomozione sui fondali marini delle zone calde e temperate di tutti gli oceani.

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