plàtino s. m. (ant. plàtina f.) [dallo spagn. ant. platina ‹-tì-›, mod. platino ‹-tì-›, der. di plata «argento»]. – 1. Elemento chimico, di simbolo Pt, numero atomico 78, peso atomico 195,08, metallo bianco, lucente, prezioso, presente in natura allo stato nativo, per lo più in granuli o pagliuzze, o più spesso associato ad altri metalli del suo gruppo, al ferro, al rame, all’oro, al nichel, ecc., in giacimenti, prevalentemente secondarî, dai quali si estrae; duttile e malleabile a densità molto elevata, è caratterizzato da una quasi totale inerzia chimica: resiste all’attacco di acidi, basi, sali, ecc., ma si scioglie nell’acqua regia ed è attaccato a caldo dagli alogeni; è utilizzato soprattutto in oreficeria, in odontoiatria e nell’industria chimica (in funzione di catalizzatore), per la fabbricazione di crogioli, filiere, elettrodi, resistenze, ecc., e in leghe con molti metalli. Gruppo del p., insieme di elementi dell’8° gruppo del sistema periodico (rutenio, rodio, palladio, osmio, iridio, platino), caratterizzati da proprietà fisiche e chimiche analoghe. P. colloidale, sospensione colloidale di platino ottenuta per via chimica (e cioè per riduzione dell’