poggiare1 v. tr. e intr. [lat. *podiare, der. di podium «piedistallo, podio» e poi anche «poggio»; per il sign. 2, il rapporto poggio - poggiare è analogo al rapporto monte - montare] (io pòggio, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. Nell’uso letter. (ma anche nell’uso pop. di qualche regione), come trans., lo stesso che appoggiare: p. la testa sul guanciale; poggiate le mani alla lettiera, trae a costui un gran paio di calci (Sacchetti). Con sign. analogo a posare: poggia lì l’ombrello!; poggiato in terra il noderoso bastone ... (Boccaccio). Nel rifl., appoggiarsi: le capre ... Guardate dal pastor, che ’n su la verga Poggiato s’è (Dante). Nell’intr. (con un compl. indiretto sempre introdotto dalla prep. su), essere sostenuto, reggersi, fondarsi: l’arco poggia su due pilastri; le travi su cui poggia il soffitto; anche in senso fig.: su che cosa poggiano i tuoi sospetti?; le sue deduzioni poggiano su un presupposto sbagliato. 2. intr., poet. Innalzarsi, levarsi in alto, salire: un dilettoso monte, ... Ove poggiar non lice al mortal piede (Poliziano); Alcun la terra e ’l mar e ’l ciel