Polìmero

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polimero


polìmero agg. e s. m. [comp. di poli- e -mero; cfr. gr. πολυμερής «che ha molte parti», comp. di πολυ- «poli-» e μέρος «parte»]. – 1. agg. In biologia, di struttura animale o vegetale composta di più elementi analoghi: gineceo p., in botanica, il gineceo formato da più carpelli. 2. s. m. In chimica, nome generico di sostanze, naturali o artificiali, che risultano dall’unione (polimerizzazione), spontanea o provocata, di più molecole uguali (monomeri) o simili tra loro. A seconda del numero più o meno grande di unità strutturali che entrano nella costituzione della loro molecola, i polimeri si distinguono in oligomeri (dimeri, trimeri, ecc.) e polimeri in senso stretto, o altopolimeri (o anche alti polimeri), costituiti, questi ultimi, da molecole (macromolecole) con peso molecolare che può superare il milione, capaci di dare soluzioni colloidali, per cui vengono anche chiamati polimeri colloidali. A seconda del modo di polimerizzazione, si hanno i polimeri per poliaddizione (v.) e quelli per policondensazione (v.); tra i polimeri naturali per poliaddizione, è la gomma elastica (caucciù); tra quelli per policondensazione i polisaccaridi, le proteine, gli acidi nucleici. Alcuni polimeri sintetici (materie plastiche) hanno assunto grande importanza sia come sostituti di materiali diversi (legno, metalli, ceramica, carta, gomma, ecc.), sia per la produzione di fibre tessili, vernici, lubrificanti, ecc. Esistono anche polimeri inorganici, tra i quali, particolarmente importanti, i siliconi. Per ottenere polimeri con proprietà tecnologiche particolari, si possono far polimerizzare monomeri di due o più specie diverse, ottenendo così i copolimeri. P. lineari, quelli che si sviluppano linearmente: tra questi vengono detti atattici quelli aventi distribuzione casuale dei gruppi sostituenti nella catena principale, e stereoregolari quelli che presentano una struttura spaziale ordinata, distinti in isotattici e sindiotattici a seconda che i gruppi legati ad atomi di carbonio terziarî risultino tutti da una stessa parte o si alternino regolarmente al di sopra e al di sotto del piano della catena; tridimensionali infine vengono detti i polimeri che presentino strutture tridimensionali, talora anche molto complesse. P. conduttori, polimeri che, contrariamente alle normali proprietà isolanti dei polimeri in generale, presentano la conducibilità elettrica tipica dei materiali conduttori: tale comportamento è mostrato non soltanto da materiali compositi formati da polimeri (per es., cloruro di polivinile, poliesteri) e da nerofumo o da polveri metalliche (alluminio, acciaio inossidabile) o da fibre metalliche in quantità notevole (da 5 a 40%), ma anche da alcuni polimeri (per es., poliacetilene) che, quando vengono trattati con quantità controllate di composti accettori di elettroni (fluoruro di arsenico, alogeni, ecc.), presentano proprietà conduttrici, e perciò sono anche denominati metalli organici.

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