pólpa s. f. [lat. pŭlpa, di origine incerta]. – 1. a. La parte carnosa del corpo umano e animale; nell’uso com. odierno, è frequente soprattutto con riferimento ad animali macellati, per indicare la carne (detta anche magro) senza ossa e senza grasso: p. di vitello, di manzo. Riferito al corpo umano, è più letter. di carne, per cui assume connotazioni particolari o si conserva in alcune locuz. e frasi tradizionali: un universo vale gli altri, e tutti insieme non valgono una bottiglia di vino vecchio e la p. fresca di una ragazza giovine (Bacchelli); essere in polpa, essere bene in polpa (o in polpe), essere bene in carne, ben nutrito, florido; mettere polpa, fare un po’ di polpa, cominciare un po’ a ingrassare. Nella lingua ant. e letter., è frequente l’uso del plur., spec. in unione con ossa (che indica invece la parte scheletrica che sostiene il corpo): la persona avea povera e tratta di cor, ma d’ossa e di gran polpe ricca (