Pòrgere

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porgere


pòrgere v. tr. [lat. pŏrgĕre, forma sincopata di pŏrrĭgĕre, comp. di por- «in avanti» (affine a pro- e per-) e rĕgĕre «dirigere in linea retta»] (io pòrgo, tu pòrgi, ecc.; pass. rem. pòrsi, porgésti, ecc.; part. pass. pòrto). – 1. Offrire, presentare a qualcuno un oggetto avvicinandolo con la mano in modo che egli lo possa prendere: le porse il vassoio; mi porgi il pane?; p. il piatto, il bicchiere, l’acqua; devo fare un controllo, porgimi il vocabolario; di parte del corpo, avvicinare, offrire: p. la mano a qualcuno (perché la stringa); p. la guancia, la fronte, la bocca (al bacio); p. il braccio a qualcuno, perché si possa appoggiare camminando; la balia porgeva la mammella al bambino; Porsi ver’ lui le guance lagrimose (Dante); fervidi sonanti Baci scoccavi nelle curve labbra De’ tuoi bambini, il niveo collo intanto Porgendo (Leopardi), qui col sign. di stendere, allungare. Con sign. affine: p. ascolto, p. orecchio (o orecchi), prestare attenzione, dare retta; solo ant., p. gli occhi, p. il guardo, fissare lo sguardo: Poi fisamente al sole li occhi porse (Dante); In lei [la vita] porgendo il guardo, Cerca il confuso viatore invano Del cammin lungo che avanzar sì sente Meta e ragione (Leopardi). Sempre col sign. di offrire, presentare, ma in senso fig., le locuz. p. l’occasione, p. il destro, dar modo, dare opportunità di fare qualcosa. 2. Anticam. il verbo ebbe uso molto più largo (conservatosi del resto in testi letter. e poet. fino a tempi recenti), in locuzioni nelle quali oggi si adopererebbero altri verbi; così, per es., col sign. generico di fare: p. lode, ammaestramento; p. indizio; p. testimonianza; p. grazie; Cresci al tuo popol caro ed a gli amici, E porgi chiaro esempio a l’età nova (T. Tasso); col sign. di dare e insieme di offrire o recare: p. conforto, consolazione; p. refrigerio; s’io potesse far ch’agli occhi santi Porgesse alcun diletto Qualche dolce mio detto (Petrarca); io vi priego che consiglio e aiuto in quello che io vi dimanderò mi porgiate (Boccaccio); se pia la terra ... Nel suo grembo materno ultimo asilo Porgendo ... (Foscolo); si è detto però anche di cose spiacevoli: p. noia, dispiacere, paura; Tu credi che qui sia ’l duca d’Atene, Che su nel mondo la morte ti porse? (Dante); tutto si scontorse Per grave colpo che colei gli porse (Pulci), gli assestò. Anche, far nascere, suscitare: questa speranza ardire Mi porse a ragionar (Petrarca); vedeva Arno, il quale, porgendole disiderio delle sue acque, non iscemava la sete ma l’accresceva (Boccaccio); prestare: p. fede, porger credenza; Non sa ben porger fede [= credere] alli altrui pianti (Poliziano); rivolgere, nelle locuz. p. preghiere, parole e sim.: Lagrime e preghi a qual ninfa non porsi (Bembo); E te cortese ch’ubidisti tosto A le vere parole che ti porse! (Dante). 3. Con uso assol. spec. in passato, recitare, esporre, modulando convenientemente la voce e curando la pronuncia, le pause, il gesto; detto di attori, oratori o in genere di chi parla in pubblico: porge assai bene; porge con garbo; non sa p.; anche sostantivato all’infinito: l’arte del p. sulla scena. 4. ant. o letter. Nel rifl. e intr. pron. porgersi, presentarsi, mostrarsi: Sì pia l’ombra d’Anchise si porse ... Quando in Eliso del figlio s’accorse (Dante); sporgersi, protendersi: una porticina si aperse, se ne porse una giovane vestita di nero (Fogazzaro).