Portafòglio

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portafoglio


portafòglio (nel sign. 1 anche portafògli) s. m. [comp. di portare e foglio, sul modello del fr. portefeuille]. – 1. Custodia di pelle, o di pelle e tessuto, o di materiale sintetico, di solito a due facce pieghevoli a libro, provvista nell’interno di più tasche o scomparti, in cui si ripongono banconote, documenti personali, carte di credito, tessere, biglietti da visita e sim.: un p. di coccodrillo, di cinghiale, di tela plastificata; tirare fuori il p.; sull’autobus mi hanno rubato il p.; avere il p. gonfio, pieno, ben fornito, avere molti soldi, disporre di molti mezzi; mettere mano al p. (o aprire, tirar fuori il p.), pagare, sborsare, essere costretto a sborsare; smarrire, perdere il p.; alleggerire qualcuno del p., scherz., derubarlo. Gonna a p., gonna aperta, nella quale una parte si sovrappone largamente all’altra. 2. Cartella, busta nella quale sono racchiusi documenti, pratiche d’ufficio, appunti, carte e sim. In partic., borsa usata dai ministri per contenere i documenti relativi al proprio ministero. Di qui, l’uso fig. della parola, col sign. di carica o funzione di ministro, ministero: il p. degli Affari Esteri, della Pubblica Istruzione; gli è stato promesso un p. nel nuovo gabinetto; affidare il p. delle Finanze a un noto economista. Ministro senza p., componente del governo che ha rango di ministro pur non essendo preposto a un ministero, e quindi sprovvisto di un bilancio autonomo. 3. a. Nel linguaggio banc., genericam., il complesso delle cambiali attive, dei titoli di stato e privati che una banca possiede (così detto dall’uso di custodire questi valori in grosse borse o portafogli). Più in partic., in relazione alla natura dei titoli: p. cambiario, l’insieme degli effetti scontati o comunque pervenuti alla banca; p. estero, l’insieme delle cambiali espresse in moneta estera, degli assegni bancarî e telegrafici tratti su banche estere e delle altre valute estere; p. insoluti, l’insieme delle cambiali non pagate alla scadenza, per le quali non siano stati elevati i relativi atti di protesto a termini di legge; p. incassi, l’insieme degli effetti di terzi ricevuti per l’incasso; p. dopo incasso, l’insieme degli effetti ricevuti per l’incasso, alla condizione dell’accredito o rimborso a incasso avvenuto; p. titoli, l’insieme dei fondi pubblici o privati di pertinenza della banca. P. terzi, locuz. generica ed equivoca con cui si indica per lo più il portafoglio incassi, ma che può includere anche il portafoglio depositato «in garanzia». Riscontro del p., l’operazione passiva con la quale una banca si procura fondi mediante la cessione ad altri istituti di credito degli effetti scontati alla propria clientela. Ufficio p., l’ufficio esecutivo di una banca che cura l’amministrazione di tutti gli effetti che affluiscono ad essa. b. Nel linguaggio dell’amministrazione e contabilità pubblica, p. dello stato, il servizio svolto dalla direzione generale del Tesoro avente per oggetto la compera e la vendita di rendita pubblica, l’acquisto e la rimessa di fondi all’estero e il movimento dei conti correnti con istituti esteri e nazionali corrispondenti; contabile del p., il funzionario a ciò delegato dal direttore generale del Tesoro. 4. Nel linguaggio di trattoria, nome dato a preparazioni di carne, costituite in genere da un pezzo di punta di petto di vitello che, tagliato in forma di tasca triangolare, viene variamente farcito e quindi lessato o cotto in padella.

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