Portatóre

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portatore


portatóre agg. e s. m. (f. -trice) [dal lat. portator -oris]. – 1. In genere, chi porta una cosa, sia concreta sia astratta: il p. della bandiera; i p. della barella; il p. di un messaggio, della buona notizia; e con il complemento sottinteso: il mio debole parere sarebbe che non vi fossero né sfide, né portatori, né bastonate (Manzoni). Anche agg.: vocabolo p. di più significati; annuncio p. di gioia, di tristezza. In partic.: a. Con uso assol., persona addetta, anche per mestiere, a portare determinati pesi; così, per es., in passato, denominazione di facchini oppure di becchini: con l’aiuto d’alcuni p., quando averne potevano, traevano delle lor case li corpi de’ già passati (Boccaccio). Nelle spedizioni a carattere esplorativo o scientifico o per battute di caccia, denominazione degli uomini, per lo più indigeni, che sono assunti per il trasporto a spalla di bagagli, viveri, munizioni, ecc. b. In alpinismo, p. alpino, in passato titolo professionale di primo grado con il quale si accedeva, dopo almeno tre anni di effettivo servizio (con varî compiti, tra cui quello di portare un carico il cui peso era stabilito in relazione alla difficoltà dell’ascensione) oltre alla frequenza di appositi corsi e al superamento dei relativi esami, alla nomina a guida del Club Alpino Italiano. Attualmente si definiscono portatori gli ausiliarî di una spedizione alpinistica, reclutati tra le popolazioni delle vallate percorse dalla spedizione, che hanno il compito di trasportare i materiali e i viveri necessarî alla spedizione stessa fino al campo base, o anche oltre (p. d’alta quota), ai campi successivi. c. Nel linguaggio finanz. e banc., al p. (o anche pagabile al p.), locuz. usata (in contrapp. a nominativo) con riferimento a titolo di credito il cui materiale possesso attribuisce al possessore che lo presenta (detto appunto il portatore) tutti i diritti inerenti al titolo stesso. d. In elettrologia, portatore di carica, lo stesso che corpo (o corpuscolo) elettrizzato; p. liberi, i corpuscoli dotati di carica elettrica (ioni, elettroni, ecc.) che sono liberi di muoversi in seno a un mezzo e il cui moto d’insieme sotto l’azione di un campo elettrico costituisce una corrente elettrica di conduzione. 2. s. m. (f. -trice) Nel linguaggio medico: a. Individuo che ospita dei microrganismi patogeni senza presentare alcuna sintomatologia morbosa; in partic.: p. precoce, p. convalescente, individuo che ha rispettivam. la malattia in incubazione o l’ha superata da poco; p. sano (o immune), soggetto particolarmente resistente (di solito grazie a una immunità acquisita precedentemente), nel quale i microrganismi vivono come saprofiti. b. Con sign. più ampio (sul quale influisce anche l’uso, oggi raro, del verbo portare nell’accezione di «avere su di sé, sostenere, sopportare»: v. portare, n. 2 d), si dice di individuo che soffre di una condizione patologica, affetto da una malattia: è p. di una cardiopatia, di un’ulcera gastroduodenale, ecc. Di qui, ormai di uso com., portatore di handicap, chi soffre di una minorazione fisica o psichica, disabile.