poṡitivo agg. [dal lat. tardo positivus, propr. «che viene posto» (usato soprattutto nel sign. grammaticale), der. di ponĕre «porre», part. pass. posĭtus]. – 1. In generale, che è posto come dato sul piano della realtà oggettuale, e come ciò che è affermato, prescritto sul piano logico e giuridico. Con accezioni partic.: a. Che è stato stabilito per istituzione divina o umana, quindi per atto di una libera volontà (distinto da naturale e da necessario): legge p., sanzionata da un legislatore; diritto p., l’insieme delle norme che costituiscono l’ordinamento giuridico effettivamente vigente in uno stato; religione p., quella che ha un’origine storica determinata nella persona di un iniziatore e che si sviluppa storicamente nel tempo dandosi proprie strutture e istituzioni. b. Nella terminologia grammaticale, aggettivo p. o di grado p. (anche grado p. di un aggettivo e, sostantivato, il p.), l’aggettivo che esprime semplicemente una qualità, nel suo stato normale, senza indicazione di grado, in contrapp. al comparativo e superlativo (per es., bello in quanto si oppone a più bello e bellissimo); analogam., avverbio p. (per es., volentieri, rispetto al comparativo più volentieri e al superlativo volentierissimo). c. Nella logica, termine usato talvolta come equivalente di affermativo: giudizio p., quello che pone, o afferma una qualità, un modo di essere. In logica formale, formula p., una formula in cui non compaiono né negazioni né implicazioni. d. In relazione con i valori traslati di porre (in contrapp. a negativo): ordine, comando, precetto p., che prescrive di fare qualche cosa (quello negativo, invece, vieta di fare, prescrive di non fare, una cosa); opera, teoria, propaganda p., o sim., che ha un suo reale contenuto, che è costruttiva, e non si limita a criticare o distruggere concezioni o istituzioni preesistenti. e. In passato, in relazione con un sign. più concreto di porre («collocare»), il termine fu usato (come agg. e come s. m.) per indicare l’organo musicale di media grandezza (fra il portativo e l’organo grande) che, pur essendo trasportabile da un luogo a un altro, doveva essere collocato su qualche mobile o supporto. 2. a. Che è dato dall’esperienza, che è reale, effettivo (opposto a chimerico), quindi anche pratico, utile: conoscenza p., certezza p. (e sostantivato, con valore neutro, il p., l’esistente, l’effettuale, il concreto); scienze p., quelle basate essenzialmente sull’esperienza; come sinon. di positivistico, in alcune locuz.: filosofia p., il positivismo (nel sign. 1 del termine); metodo p. (di ricerca); scuola p.; corrente p.; scuola p. (o sociologica) del diritto penale, la corrente di studî che si affermò in