Potènza

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potenza


potènza (ant. potènzia) s. f. [dal lat. potentia, der. di potens -entis «potente»]. – 1. In senso generico, l’essere potente, il fatto di potere: così ... la potenza corrispondesse alla buona volontà (I. Nievo); in senso relativo, la caratteristica, la condizione di chi può una determinata cosa; anche nell’espressione ant. avere potenza di, essere nelle condizioni di compiere un determinato atto, esser capace di certi atti o effetti: Temer si dee di sole quelle cose C’hanno potenza di fare altrui male (Dante); p. di Dio, p. divina, lo stesso che onnipotenza. Con accezioni più determinate: a. Autorità, prestigio, influenza di cui una singola persona gode per la carica che riveste, il grado che occupa, le ricchezze che possiede, le relazioni di cui dispone, ecc.: ha molta p. all’interno della ditta, come segretario comunale esercitava una notevole p. in città. b. Capacità di dominio e di comando posseduta da organismi e collettività: la p. politica, militare, economica di una nazione; la p. dell’antica Roma; la p. di un partito; la p. del clero, della classe dominante; p. di una banca, di un complesso industriale. Con riferimento a eserciti, possibilità di opporsi validamente alle forze avversarie, relativamente agli uomini, ai mezzi, alle armi disponibili. c. Forza fisica, vigoria, energia muscolare: la p. di un atleta, dei suoi muscoli, e un atleta di grande p.; la p. del pugno fu tale da stordirmi; anche di animali, la p. di un toro, di un cavallo. In partic., p. sessuale, p. virile, capacità del maschio di avere rapporti sessuali. Nell’ippica, categoria di potenza, una delle categorie di salto nei concorsi, a cui sono ammessi i cavalli di 6 o più anni di età, relativamente a un percorso comprendente da 4 a 6 ostacoli, che dev’essere coperto a una velocità minima di 300 m al minuto. 2. a. Con riferimento a cose, elementi naturali e sim., grande forza, violenza, intensità impetuosa: ha una gran p. di voce; la p. del vento, delle onde; la p. del mare in tempesta; la p. dell’urto fece ondeggiare la nave. b. Alto grado di sviluppo, vastità, profondità: p. d’ingegno, d’immaginazione; ha scritto pagine di grande p. fantastica; un’opera pittorica di grande p. cromatica. c. Efficacia, validità, capacità di produrre determinati effetti: p. di ragionamento, di argomentazione; un rimedio di grande p.; la p. di un veleno. In partic., p. di un’arma, genericam., la maggiore o minore capacità di dar luogo ai voluti effetti offensivi, dipendente, per le armi da fuoco, dalla massa del proietto oltre che dalla velocità iniziale, dalla gittata e dal potere perforante, incendiario, ecc. di esso; p. di un esplosivo, genericam., la maggiore o minore capacità di dar luogo a effetti distruttivi (dipende dal volume gassoso specifico e dal calore di esplosione dell’esplosivo usato e si determina calcolando il massimo lavoro che si può ottenere dalla deflagrazione di 1 kg di quell’esplosivo); p. di fuoco, relativamente a reparti militari, carri armati, veicoli o navi da guerra, la capacità offensiva delle armi da fuoco disponibili come normale armamento. d. Possibilità di agire efficacemente sulla volontà, sugli animi, di influenzare il comportamento altrui: la p. dell’oro, del denaro; più spesso riferito a cose astratte: la p. dell’amore, delle passioni; lo spirito mio ... D’antico amor sentì la gran potenza (Dante); tu mostri di non conoscere la potenza della moda (Leopardi); tener ferme e unite tutte le potenze dell’animo (Manzoni); la p. della parola, dell’arte; lo fece tacere con la sola p. dello sguardo; ho fede nella p. della verità. 3. In senso concr.: a. Entità soprannaturale, misteriosa o divina: le p. cosmiche, celesti; le p. della natura; sembrava posseduto da un’oscura p.; l’alta, la somma p., la divina p., Dio; p. infernali, le p. delle tenebre, i demonî; le p. angeliche, dette più comunem. potestà (v. potestà1). b. Persona che ricopre un’alta carica: le p. ecclesiastiche, militari; le alte p. dello Stato; anche, persona che ha raggiunto una prestigiosa posizione economica e sociale: era divenuto un alto impiegato, un personaggio (allora si diceva «una potenza») (M. Moretti). c. Nazione, stato, in quanto dotati di propria autonomia e soggetti di diritto internazionale, spec. se il prestigio e la forza militare, politica ed economica di cui godono hanno qualche peso nell’equilibrio mondiale: p. belligeranti; p. neutrali; p. straniere, nemiche, avversarie; la p. occupante. Grandi p., genericam., gli stati che, per il prevalente prestigio politico e la preminente forza materiale, sono considerati i più idonei ad assumere gravi responsabilità internazionali (v. anche superpotenza): per il mutare delle situazioni politiche, l’espressione non ha avuto sempre per oggetto gli stessi stati; così, per es., nella prima metà del sec. 19° la denominazione comprendeva Austria, Russia, Prussia, Gran Bretagna e Francia, mentre dopo la 2a guerra mondiale fu riferita agli Stati Uniti d’America, all’Unione Sovietica, alla Cina, alla Gran Bretagna e alla Francia. d. A Firenze, nei sec. 14°-17°, denominazione che indicava certe compagnie popolari, regolarmente costituite e ordinate, che avevano come compito principale di fare pubblici festeggiamenti, i quali talvolta si alternavano con qualche opera di carità e di religione. 4. a. Nel linguaggio filosofico (spec. nella filosofia aristotelico-scolastica), il concetto di potenza si definisce in rapporto a quello di atto (v. atto2, n. 2) e indica l’attitudine a esistere: se tale attitudine è semplicemente logica o ideale, il concetto di potenza viene a coincidere con quello di possibilità; da un punto di vista dell’attività, potenza indica invece la disposizione ad agire, e quindi il concetto di potenza coincide con quello di «facoltà»: le potenzie dell’anima, cioè la memoria, l’intelletto e la volontà (s. Caterina da Siena); la p. conoscitiva, intellettiva, razionale, concupiscibile, irascibile. Con il primo e più specifico sign., è usata spec. la locuz. avv. in potenza: l’anima è atto primo del corpo fisico organico avente vita in p.; nel seme è già la pianta in p.; per estens., anche nell’uso com.: è ancora rozzo ma possiede in p. molte buone qualità; è un grand’uomo, ma solo in potenza. b. Con senso generico, virtù, facoltà che non ha ancora avuto la possibilità di estrinsecarsi: Ogni gentil costume, Ogni potenza ascosa La tua voce amorosa In me desta e ravviva (Giusti). c. Nell’arte militare marittima, la locuz. in potenza (ingl. in being), riferita a una forza navale, indica che questa, pur senza agire direttamente, tatticamente, contro le forze nemiche, ha tale prevalenza e occupa tali posizioni, da esercitare un’influenza decisiva sulla situazione. d. In embriologia, la potenzialità di una parte dell’uovo o dell’embrione, intesa come «possibilità» e non come «capacità» di dare origine a particolari strutture. 5. In fisica e nella tecnica, genericam., capacità di produrre grandi effetti (motori di grandissima p., o, al contrario, di scarsa p.; ecc.), e, con sign. specifico l’energia (meccanica, elettrica, termica, ecc.) che in un dato fenomeno viene scambiata nell’unità di tempo (rispettivamente: p. meccanica, elettrica, termica, ecc.). In questo sign. il termine è usato solitamente con riferimento a macchine e apparecchiature: p. di un motore, di una locomotiva, di un trasformatore; rapporto peso-potenza, con riferimento a un autoveicolo e, in partic., a una vettura con prestazioni sportive, il rapporto tra il peso della vettura e la potenza (in cavalli) che il suo motore è in grado di esprimere: tanto più basso è tale rapporto tanto migliori sono le prestazioni della vettura. Con proprie determinazioni, inoltre, o in settori particolari, assume altri sign. specifici; così nella teoria delle cosiddette macchine semplici (leva, piano inclinato, ecc.), la potenza è quella delle due forze applicate alla macchina che ha il compito di equilibrare o di vincere l’altra, detta resistenza, provocando così il movimento della leva, la salita di un oggetto lungo il piano inclinato, ecc.; in acustica, la potenza di un suono è il prodotto della pressione esercitata dal suono su una superficie per l’area di questa e per la componente ortogonale alla superficie della velocità delle particelle poste in vibrazione dal suono; in ottica, la potenza di una lente o di un sistema ottico è, in senso qualitativo, la maggiore o minore capacità della lente o del sistema di adempiere al suo scopo e, in senso quantitativo, è sinon. di convergenza (o potere diottrico); p. luminosa equivale poi a flusso luminoso. Più in partic., in elettrotecnica, con riferimento a un circuito, p. elettrica è il prodotto della tensione per l’intensità di corrente nel circuito stesso; se queste sono variabili nel tempo si parla di p. istantanea, anch’essa variabile; se la corrente è periodica, è chiamata p. attiva la potenza media nell’intervallo di un periodo. Per una corrente alternata la potenza attiva è uguale al prodotto dei valori efficaci della tensione e dell’intensità per il coseno dello sfasamento ϕ tra intensità e tensione, mentre ha il nome di p. reattiva il prodotto dei valori efficaci anzidetti per il seno di ϕ, e quello di p. apparente il prodotto dei soli valori efficaci; il rapporto tra la potenza attiva e la potenza apparente, pari, per quanto ora detto, a cos ϕ, ha il nome di fattore di potenza. In elettronica, amplificatore di potenza, circuito a tubi termoelettronici o a transistori atto a fornire la potenza richiesta dal particolare utilizzatore impiegato (altoparlante, antenna, ecc.); p. d’uscita di un amplificatore è la potenza che l’amplificatore eroga sul carico esterno. Nella tecnica dei reattori nucleari, reattore di potenza, in contrapp. a reattore di ricerca, quello specificamente destinato alla produzione di energia per usi industriali. In informatica, p. di calcolo di un calcolatore elettronico, il numero di istruzioni che il calcolatore è in grado di eseguire in un secondo, misurata normalmente in milioni di istruzioni al secondo (MIPS). 6. In geologia, p. di uno strato (o di una serie di strati), il loro spessore, cioè la distanza tra le due superfici che limitano lo strato o la serie di strati; p. di un filone, lo spessore misurato su una sezione normale all’asse del filone stesso (qualora essa non sia costante per tutto il filone si suole in genere misurare la p. massima e la p. media). 7. In matematica: a. In aritmetica e in algebra, operazione che consiste nel prodotto di più fattori uguali: elevare (o innalzare) un numero alla seconda p. (o al quadrato); la terza p. (detta anche cubo) di 7 è 343; calcolare le p. del binomio, cioè sviluppare (x + y)n per i varî valori di n. Più precisamente, dati due numeri naturali a e b, la potenza ab (si legge: a elevato a b) è il prodotto di b fattori tutti uguali ad a (il numero a è detto base, il numero b esponente); il concetto viene poi esteso anche a numeri non naturali (interi negativi, razionali, reali). La locuz. all’ennesima p., che in matematica significa l’innalzamento di un numero all’esponente n (lettera con cui si indica un numero che va specificato di caso in caso), è impropriamente usata nel linguaggio com. con lo stesso sign. di «al più alto grado, al massimo livello» e sim., spec. in senso negativo: sei un imbecille all’ennesima p.; quel ragazzo è la malignità elevata all’ennesima potenza. b. In teoria degli insiemi, p. di un insieme, concetto che s’introduce per indicare la quantità degli elementi di un insieme: se l’insieme è finito, la sua potenza è un numero naturale, se l’insieme è infinito, si tratta di un numero transfinito (v.); si parla inoltre di p. del numerabile e di p. del continuo per indicare, rispettivamente, la potenza dell’insieme dei numeri naturali e la potenza dell’insieme dei numeri reali; insieme p., lo stesso che insieme delle parti (v. insieme, n. 2 b). c. In geometria, p. di un punto P rispetto a una circonferenza (o a un cerchio) è il numero che si ottiene tracciando per P una retta a piacere che incontri la circonferenza in due punti A e B, e quindi moltiplicando le lunghezze dei segmenti PA e PB (si dimostra che il risultato non dipende dalla scelta della retta). 8. In araldica, figura a forma di croce (detta anche tau o croce di sant’Antonio) mancante del braccio superiore, simile alla lettera T. 9. Nell’attrezzatura navale: a. Cavigliera a piè d’albero, sinon. di pazienza. b. Robusto arco metallico provvisto di puleggia, che sui pescherecci serve a guidare fuori bordo i cavi di trazione delle reti a strascico, a mantenerli in una determinata posizione, e a facilitare la messa in mare della rete e il suo recupero.

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