Pózzo

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pozzo


pózzo s. m. [lat. pŭteus]. – 1. a. Scavo ad asse verticale, a sezione per lo più circolare, effettuato nel terreno per raggiungere gli strati acquiferi sottostanti, da cui attingere l’acqua (p. filtrante, p. freatico); anche, il manufatto con cui lo scavo è rivestito e che sporge fino a una certa altezza dal suolo (v. puteale2): la buca, la gola, il parapetto, la sponda, la vera del p.; le stelle tremavano nel secchio che saliva dal buco nero del p. (Claudio Magris); scavare, costruire un p.; p. con molta, con poca acqua; p. asciutto; p. tubolare, tubo metallico infisso nel terreno, generalm. mediante battitura, fino a pescare nella falda acquifera, provvisto di filtri all’estremità inferiore, e nel quale l’acqua della falda viene innalzata con apposita pompa fino al punto di utilizzazione. Per i p. artesiani, v. artesiano. Con allusione alla profondità e all’oscurità dei pozzi: la verità è un p. (oppure sta nel p., è in fondo al p.), è nascosta, non è facile farla venire a galla; voler prendere la luna nel p., mostrare, far vedere la luna nel p., v. luna, n. 3 a. b. In senso fig., grande quantità (con allusione all’apparente inesauribilità dei pozzi): avere un p. di soldi, di quattrini; dell’uso fam. la locuz. avv. un p., molto, tantissimo: mi piace un p.; con sign. affine, essere un p. senza fondo, essere insaziabile, non conoscere limiti alle proprie necessità, o anche mangiare e bere smodatamente. c. Con riferimento a persona, nelle espressioni essere un p. di scienza, di dottrina, di erudizione e sim., essere molto colto, dotto, sapiente. 2. In usi analogici: a. Nella Divina Commedia, nome con cui Dante chiama in più luoghi dell’Inferno la cavità cilindrica al centro di Malebolge, che col suo fondo forma il nono cerchio: Nel dritto mezzo del campo maligno Vaneggia un p. assai largo e profondo (c. XVIII, vv. 4-5). b. Nel gioco della canasta, mucchio formato dalle carte scartate dai giocatori, di cui può appropriarsi il giocatore che abbia in mano determinate carte: prendere il p.; tu pensi ad aprire e io a fare il gioco del pozzo. c. P. della morte, pista cilindrica per lo spettacolo acrobatico del cerchio della morte eseguito con una motocicletta. d. I Pozzi, a Venezia, denominazione delle prigioni sotterranee del Palazzo Ducale. 3. Sempre con uso analogico nella locuz. P. di san Patrizio, con duplice sign.: a. Nome (anche purgatorio di san Patrizio) dato dalla tradizione popolare a una caverna di un isolotto del lago Derg (Irlanda nord-occid.) che, secondo una credenza medievale, immetteva agli inferi: Cristo stesso avrebbe indicato la caverna a san Patrizio, preoccupato di vincere l’incredulità di alcuni irlandesi circa le pene d’oltretomba, e stabilito che chiunque vi si fosse trattenuto un giorno e una notte avrebbe ottenuto il perdono dei peccati. b. Nome (in origine, P. della Rocca), ispirato alla leggendaria caverna di san Patrizio in Irlanda, di un’opera imponente dell’architetto Antonio da Sangallo il Giovane, fatta costruire da Clemente VII a Orvieto, dove si era rifugiato in seguito al sacco di Roma (1527), allo scopo di provvedere d’acqua la città in caso di assedio: a oltre 60 m di profondità si raggiunge l’acqua, che viene attraversata mediante un ponticello. c. In senso fig. nelle espressioni essere, non essere, il p. di san Patrizio, con riferimento a persona, impresa, attività, ecc. che assorbe insaziabilmente denari o altro. d. Con altro senso fig., non com., situazione cupa e opprimente, stato psicologico dominato dall’angoscia: dall’amaro p. delle cose passate ... veniva su una forza che mai lui avrebbe osato sperare (Buzzati). 4. Nel linguaggio tecn., scavo praticato più o meno profondamente nel suolo, per varî usi. In partic.: a. Nella tecnica idraulica, p. di drenaggio, avente lo scopo di facilitare il deflusso delle acque attraverso terreni poco permeabili, impiegato sia per la raccolta di acque sorgive sia per lavori di bonifica e di sistemazione montana e forestale. b. Nelle centrali idroelettriche, p. di caduta, tronco di condotta forzata, scavato in roccia, ad andamento verticale, talora rivestito con elementi tubolari di acciaio (p. blindato). c. Nelle industrie estrattive, p. di petrolio o petrolifero, foro in genere verticale, del diametro di qualche decimetro, scavato con varî sistemi meccanici in formazioni rocciose, allo scopo sia di stabilire l’esistenza di idrocarburi liquidi nel sottosuolo (p. esplorativi), sia di procedere alla loro estrazione (p. produttivi). Nella tecnica mineraria, p. trivellato, scavato con trivelle e altri sistemi di perforazione meccanica, allo scopo di individuare e delimitare gli strati mineralizzati e di coltivarli; p. da miniera, pozzo che nelle miniere mette in comunicazione i varî livelli fra di loro (p. interno) o con l’esterno (p. esterno); p. maestro, pozzo esterno percorso dai diversi servizî di miniera (eduzione delle acque, ventilazione, ecc.); P. da mina, galleria ad asse verticale che consente di raggiungere la camera di mina dove si colloca e si fa esplodere la carica esplosiva. d. In opere fognarie, p. chiarificatore o biologico, tipo di fossa settica a elementi prefabbricati, composta di due camere, una superiore di chiarificazione e l’altra inferiore ove si depositano i fanghi; p. perdente, pozzo con parete costruita in muratura a secco, attraverso la quale filtrano e si disperdono nel terreno circostante le acque di scarico, provenienti in genere da fosse biologiche. P. nero, sorta di pozzo nel quale vengono temporaneamente accumulate le materie di rifiuto degli scarichi e delle acque nere per essere poi svuotate periodicamente; per estens., nell’uso com., anche gli stessi escrementi che in esso si raccolgono e che vengono adoperati come concime naturale: la botte del p. nero; governare le piante col p. nero. e. In edilizia, p. di fondazione, scavo riempito con muratura o con calcestruzzo allo scopo di riportare il carico di un edificio o di una struttura su uno strato di terreno più profondo, che garantisca la necessaria resistenza. 5. Cavità naturale, più o meno profonda, nel terreno: p. carsico, buca naturale verticale, a sezione più o meno circolare, di profondità variabile e talvolta notevolissima, originatasi in rocce calcaree per fenomeni di dissoluzione a opera delle acque circolanti; p. glaciale, buca che si origina nei ghiacciai, di solito dove essi sono più pianeggianti, in seguito a fenomeni di fusione del ghiaccio a opera delle acque circolanti nelle fratture; p. (o buca) da neve, buca naturale, in genere non molto profonda, dovuta all’azione dissolvitrice e disgregatrice delle acque superficiali sulle rocce, nel cui fondo può permanere anche d’estate la neve caduta durante l’inverno. 6. Nella costruzione navale, qualunque interruzione nel ponte di coperta o nelle sovrastrutture. In partic.: p. delle catene, piccolo locale, disposto a prua in basso, destinato a contenere le catene delle ancore; p. caldo, cisterna delle navi a vapore dove si raccoglie l’acqua dolce proveniente dal condensatore; p. della deriva, nelle imbarcazioni a vela da regata a deriva mobile, l’alloggio che contiene la chiglia di deriva quando si fa rientrare; p. dell’elica, nelle navi a propulsione mista, cavità della estrema struttura poppiera, nella quale veniva sistemata l’elica, disinnestata dal suo asse, per non ostacolare il cammino della nave quando procedeva con le sole vele. Bastimenti a pozzo, quelli che presentano un’apertura sulla coperta, fra il castello e il cassero centrale, per sistemarvi la barca. 7. In astronautica, pozzo di calore, denominazione data correntemente a masse di grande capacità termica e di bassa densità, disposte su un veicolo spaziale per assorbire gran parte del calore che si genera all’atto del rientro nell’atmosfera e limitare quindi il surriscaldamento del veicolo. 8. In fisica, denominazione data talora a una sorgente scalare negativa di un campo vettoriale, punto nel quale la divergenza del vettore del campo è negativa (in contrapp. una sorgente positiva è allora detta sorgente). P. di Faraday, dispositivo elettrostatico utilizzato per raccogliere la carica presente su un corpo elettrizzato e costituito da un conduttore cavo dotato di una piccola apertura attraverso la quale viene introdotto il corpo, che induce una carica elettrica uguale e contraria alla propria sulla parete interna del pozzo, e una carica uguale e dello stesso segno sulla parete esterna: ponendo a contatto il corpo e la parete interna, le loro cariche si neutralizzano a vicenda, per cui tutta la carica iniziale del corpo risulta trasferita nel pozzo. ◆ Dim. pozzétto (v.), pozzettino, meno com. pozzino; pegg. pozzàccio.

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