preoccupare v. tr. [dal lat. praeoccupare «occupare prima, prevenire», comp. di prae- «pre-» e occupare «occupare»; il sign. 2 è influenzato dal fr. préoccuper] (io preòccupo, ecc.). – 1. In senso proprio (raro), occupare in precedenza, prima di altri, un luogo, una carica, una funzione, ecc.: era cosa ... meno pericolosa ... preoccupargli quelle vie con le quali si faceva grande, che volere contrapporsegli (Machiavelli); molti, avendo il torto, ricorrevano a lui [l’innominato] per aver ragione in effetto; molti anche, avendo ragione, per p. un così gran patrocinio, e chiuderne l’adito all’avversario (Manzoni). In senso fig., non com., predisporre una persona a un determinato convincimento o atteggiamento, condizionarne il modo di pensare e di agire: p. l’animo di qualcuno; volendo p. gli spiriti in suo favore (Cesarotti). 2. Mettere, tenere in preoccupazione, cioè in uno stato di inquietudine, di ansia, incertezza, timore e sim.: è questo che mi preoccupa; il suo stato di salute comincia a preoccuparmi; episodî di intolleranza razziale che preoccupano tutti. Nell’intr. pron., preoccuparsi, essere in uno stato di apprensione, di ansia: mi preoccupo del tuo avvenire; è un tipo ansioso che si preoccupa per un nonnulla; si preoccupava di non finire in tempo