Preṡàgio

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presagio


preṡàgio s. m. [dal lat. praesagium, der. di praesagus «presago»]. – 1. a. Preavviso sul determinarsi di eventi futuri, sul loro esito e sulle loro conseguenze, che si può trarre, secondo alcune credenze religiose o superstiziose, dalla osservazione di determinati fatti, considerati come segni premonitori: p. lieti, favorevoli, tristi, avversi; gli antichi traevano presagi dal volo degli uccelli; avere, formulare presagi di qualche cosa, prevederla e rispettivam. predirla. Con valore concr., il fatto stesso che si interpreta come segno premonitore dell’avvenire: per gli antichi il fulmine da destra era lieto presagio. b. Più genericam., ciò che annuncia, che lascia prevedere un evento futuro: questo suo primo successo è p. di una brillante carriera; preparativi che sono un triste p. di un prossimo conflitto. 2. a. Presentimento di ciò che accadrà: aveva come un p. nel cuore. b. In meteorologia, presagio del tempo, lo stesso (ma meno com.) che previsione del tempo, cioè il complesso di operazioni che valgono a prevedere e pronosticare (a più o meno lunga scadenza) la situazione meteorologica in una determinata località, e il pronostico stesso. c. In marina, segnali di presagio, quelli ottici (diurni: palloni, coni, cilindri, bandiere; notturni: luci di colore bianco e di colore rosso) alzati da stazioni semaforiche costiere per informare il navigante, secondo un codice internazionale, del probabile approssimarsi di una tempesta o, comunque, di un forte vento superiore a forza 6 della scala Beaufort.