Quarta

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quarta


s. f. [femm. sostantivato dell’agg. quarto]. – 1. La quarta parte di un oggetto, di un elemento o di un ente. In questa accezione è ant. (per es., come sottounità di misura di peso e di superficie usata in varie città italiane prima dell’adozione del sistema metrico decimale), fuorché in alcuni usi scient. o tecn. particolari: a. In marina, angolo di 11°15 (la quarta parte di 45°), corrispondente a ciascuna delle 32 divisioni comunem. segnate sulla circonferenza della rosa delle bussole nautiche (e che per la forma con cui sono disegnate sono dette anche rombi), ancora in uso talvolta nella navigazione a vela per precisare l’ampiezza dell’angolo che la prua fa con la direzione del vento (stringere il vento fino a 4, a 6 q., con vele di taglio e rispettivam. quadre), e più raramente la direzione di un punto rispetto alla prua; è usata anche la mezza q., angolo di 5°3730′′. b. Nel linguaggio giur., la quarta parte del patrimonio ereditario per cui possono esistere trattamenti particolari (per es., nel diritto romano, la q. della vedova, la q. legittima, ecc.); nel diritto canonico, q. (o porzione) funeraria, la parte della somma offerta per esequie celebrate in un’altra parrocchia che deve essere restituita alla parrocchia cui apparteneva il defunto; nell’istituto delle decime spettanti alla Chiesa, onere reale corrispondente a un quarto della decima (v. quartese); in diritto agrario, q. velletrana (così chiamata dalla località, Velletri, in cui trova applicazione), contratto innominato che costituisce una forma speciale di colonìa con obbligo di miglioria, detta, con espressione latina, «colonìa ad meliorandum». 2. Complesso di quattro unità o elementi. In questa accezione è ormai raro, fuorché nella tecnica telefonica in cui è ancora usato come sinon. di bicoppia; e nella musica, dove indica un intervallo di quattro note della scala (intervallo, accordo, salto di quarta), che, nelle sue forme principali, può essere: q. giusta, di tre toni e un semitono, come do - fa, q. eccedente o aumentata, di tre toni, come fa - si, e q. diminuita, di due semitoni e un tono, come do diesis - fa. 3. Nella scherma, posizione che tende a difendere il bersaglio interno alto (parata di q.) o a scoprire il bersaglio esterno alto (invito di q.) e che consiste nel piegare il braccio all’altezza del fianco con il gomito da questo leggermente discosto e il pugno alla stessa altezza, spostando contemporaneamente il proprio ferro verso sinistra con la punta molto più alta del pugno. Una posizione analoga a quella descritta, ma con la punta dell’arma indirizzata al fianco, si denomina q. bassa.  Per alcuni usi in cui il termine indica assol., per normale ellissi di un sost. femm., un elemento che in una sequenza ordinata occupa il posto corrispondente al numero quattro (come frequentare la quarta, sottint. classe, di un ordine di scuole; mettere, innestare la q. e partire in quarta, sottint. marcia o velocità, di un automezzo), v. l’agg. quarto.