ràggio s. m. [lat. radius, in origine «bacchetta appuntita», poi «raggio luminoso; raggio d’una ruota (perché irradia dal centro come i raggi dalla sorgente di luce); raggio d’una circonferenza», ecc.]. – 1. a. Emanazione di luce da una fonte luminosa; o, più particolarm., ciascuna delle direzioni lungo le quali si propaga la luce e che nell’immaginazione comune si configurano come linee che partono da una sorgente luminosa, soprattutto da un corpo celeste: i r. del sole, della luna, delle stelle, dei pianeti; un fascio di raggi; i r. ardenti, infuocati, cocenti, abbaglianti, splendenti del sole; scaldarsi, abbronzarsi ai r. del sole. Anche al sing., con valore collettivo, luce, fascio di luce: il mite r. del sole al tramonto; l’argenteo r. della luna; il tenue r. delle stelle si rifletteva sulla quieta superficie del lago; si nascose Dentro al suo r. la figura santa (Dante), l’anima di Giustiniano nella luce del cielo di Mercurio in Paradiso; Placida notte, e verecondo raggio Della cadente luna (Leopardi); ognuno sta solo sul cuor della terra, Trafitto da un r. di sole: Ed è subito sera (Quasimodo). Usato assol., s’intende il raggio, i raggi del sole, o più spesso la luce del sole, il sole stesso, o anche, più generalmente, la luce del giorno: si svegliò ai primi r.; gli ultimi r. si spegnevano all’orizzonte; Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere (Dante); Quindi parte all’uscir del nuovo r. (