Ragionare

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ragionare


v. intr. [der. di ragione] (io ragióno, ecc.; aus. avere). – 1. a. ant. Discorrere, conversare, parlare: incominciarono a r. delle virtù di diverse pietre (Boccaccio); Né teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d’amore (Leopardi); e in senso fig.: Amor che ne la mente mi ragiona De la mia donna (Dante). Questo sign. generico non è però morto nell’uso (soprattutto tosc.), spec. in determinate locuz.: r. del più e del meno; si fa così, tanto per r.; non ne ragioniamo!; quanto all’andarci, non se ne ragiona neppure, ecc. Sostantivato, nell’uso ant. (o che riecheggia l’antico): co’ suoi piacevoli ragionari (Boccaccio); anche nel sign. di ragionamento: non vedo il processo per cui [il ragazzo] si sviluppa, non capisco l’intreccio dei ragionari che fa o subisce (Boine). b. Trattare o discutere di un determinato argomento: i quali ne ragionarono in vari scritti (Leopardi); r. di storia, di letteratura, di teologia, d’interessi. c. Con uso trans., nelle due prec. accezioni: Poscia che m’ebbe ragionato questo (Dante); poi che i varii casi di ciascuno tutti e tre ragionato ebbero (Boccaccio). 2. a. Condurre un discorso secondo la logica, oppure argomentare, trattare e discutere di un soggetto in modo razionale: r. per induzione, per deduzione, per assurdo; r. con solidi argomenti; r. sottilmente; r. male, in modo confuso; r. coi piedi, in modo illogico, scioccamente. Più genericam., parlare, discutere, o anche solo pensare, in modo ragionevole: ragioniamo con calma!; con lui non si può r., non ci si ragiona (e fig.: con lo stomaco, con la fame non ci si ragiona, ci vuol altro che chiacchiere per calmarli); ragiona troppo, di persona che non si lascia guidare dal sentimento ma vuol rendersi conto di tutto e sottopone tutto all’analisi e al controllo della ragione. b. Seguire la ragione, fare uso della ragione, pensare assennatamente: è un ragazzo che ragiona (o, all’opposto, che non ragiona); gli animali non ragionano; cerca di r.!; perché non ragioni?; la passione gli impedisce di r.; fui preso dalla rabbia e non ragionai più. c. Come trans., nel linguaggio letter., confortare con ragionamenti, con precisa documentazione, fatti e affermazioni: la indipendenza, fortemente affermata e ragionata dall’Alighieri, dell’impero dalla chiesa (Carducci). In usi region., cercare di convincere con ragionamenti, parlare con qualcuno per farlo ragionare: si seppe ch’era andata a consigliarsi dal notaio e che il notaio l’aveva dovuta r. per un’ora (Pavese); credeva di avermi ragionato (Fenoglio). 3. ant. Computare, calcolare e, riferito a monete, valutare, in costruzione per lo più trans.; anche, pensare, tener conto di un fatto: ragiona, Lorenzo mio, che io vivo di rendita (Sacchetti). ◆ Part. pres. ragionante, anche come agg., poco com., ragionevole, dotato di ragione: l’uomo è un essere ragionante. ◆ Part. pass. ragionato, anche come agg. (v. ragionato2).

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