Reviviscènza

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reviviscenza


reviviscènza (poco com. riviviscènza) s. f. [dal lat. tardo reviviscentia, der. di reviviscĕre «rivivere, rinascere», e questo da vivĕre «vivere»]. – 1. Il riprendere vita, il tornare in vita. In partic., in medicina, il ripristino, con opportune terapie, delle attività vitali dopo una breve fase di morte clinica (v. rianimazione). 2. fig. Di sentimenti, idee, costumi e istituzioni, che tornano in vigore dopo un periodo di latenza: la r. di un mito, di un’ideologia; quando scompaiono anche i sopravvissuti, il passato perde questa effimera r. e viene inghiottito per sempre nell’ombra (Giuseppe Pontiggia). Il termine fu usato talvolta come equivalente dell’ingl. revival. In partic.: a. In diritto, il ritornare in vigore di una norma abrogata a séguito dell’abrogazione della norma che la abrogava. b. Nella teologia cattolica, r. dei meriti, quelle opere buone dei fedeli che, compiute in stato di peccato e quindi «mortificate», tornano a valere per la vita eterna («rivivere») una volta che il fedele sia tornato in stato di grazia; r. dei sacramenti, il sacramento che non ha prodotto la grazia a causa di un impedimento morale nel fedele, e che, tolto questo impedimento, «rivive», può cioè conferire la grazia.