motivo1
motivo1 agg. [dal lat. tardo motivus, der. di movēre «muovere» attrav. il part. pass. motus]. – Atto a muovere o a esser mosso. È voce rara e ant., viva solo nell’espressione del linguaggio giur. errore m., errore che, consistendo in un falso giudizio della situazione, incide nella formazione della volontà ...
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motivo2
motivo2 s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.; cfr. movente]. – 1. Stato d’animo, convinzione intellettuale, principio morale e sim. che, influendo sulla volontà, spinge ad agire in un determinato [...] anche come sinon. di motivazione: il m. (o i m.) di una sentenza, di una ricompensa, d’una promozione. Nel diritto processuale, motivi di impugnazione di una sentenza, gli elementi, di fatto o di diritto, per i quali si chiede al giudice superiore la ...
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ragione
ragióne s. f. [lat. ratio -onis (der. di ratus, part. pass. di reri «fissare, stabilire»), col sign. originario di «conto, conteggio»]. – 1. a. La facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti [...] Il fondamento oggettivo e intelligibile di qualche cosa, ciò per cui una cosa è o per cui una cosa si fa; e quindi causa, motivo legittimo, che spiega o giustifica un fatto: avevo le mie buone r. per agire così; se ti è antipatico, non è una buona r ...
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Leitmotiv
‹làitmotiif› s. neutro ted. [propr. «motivo guida, motivo conduttore», comp. di leiten «dirigere» e Motiv «motivo»] (pl. Leitmotive ‹làitmotivë›), usato in ital. al masch. (invar. al plur., [...] ’una con l’altra come, appunto, s’intrecciano nel processo drammatico i moti spirituali. 2. Per estens., con sign. generico, motivo o aspetto costante, tema, concetto e sim. che si ripete o ricorre con frequenza, e talora con insistenza, in opere non ...
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herati
〈he-〉 s. m. [dal pers. harātī (in pronuncia turca herātī), agg. di Harāt, Herāt, città e provincia dell’attuale Afghanistan]. – Motivo ornamentale tipico di molti tappeti persiani (bigiar, ferahan, [...] fissate due altre rosette in genere più piccole; ai quattro lati sono inoltre disposte quattro foglie stilizzate, che fanno assumere al motivo la forma approssimativa di un pesce (di qui l’altro nome mahi, in pers. «pesce», con cui è spesso designato ...
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perche
perché avv. e cong. [comp. di per e che1 o che2]. – Grammaticalmente, oltre alle funzioni di avverbio interrogativo e di congiunzione, che sono le più frequenti, può avere quella di pronome relativo [...] finali; nell’uso ant. ebbe anche valore concessivo. 1. Come avv., in proposizioni interrogative dirette o indirette, serve a chiedere la causa, il motivo per cui si verifica o non si verifica un dato fatto, o anche lo scopo per cui si fa o non si fa ...
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boteh
‹botè› (o botè; anche boteh [o botè] mir) s. m. [dal pers. būtè, bōtè, propr. «ammasso di foglie», con cui questo motivo è indicato (l’h finale è variante di traslitt., che non ha suono ma indica [...] verso l’alto, con un’appendice flessa lateralmente, che lo fa somigliare vagamente a un alambicco. L’interpretazione del motivo è incerta: alcuni vi riconoscono un fico, altri un fiore di palma, altri più semplicemente una decorazione astratta. ...
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parlare2
parlare2 v. intr. [lat. mediev. parabolare, *paraulare, der. di parabŏla (v. parola)] (aus. avere). – 1. a. Pronunciare suoni articolati, dire delle parole: il bambino comincia già a p., ha [...] fece molto p. di sé; è una donna che fa p. di sé (per lo più in senso negativo, che suscita pettegolezzi, che dà motivo di biasimo). In alcuni contesti, nella forma impers., corre voce, si fa l’ipotesi, si dà come probabile e sim.: si parla di gravi ...
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vanto
s. m. [der. di vantare]. – 1. Il vantare o piuttosto il vantarsi di qualche merito o capacità; vanteria. È usato soprattutto nelle espressioni menare, darsi, farsi vanto o gran v., vantarsi, millantarsi: [...] : arte L’umana strage, arte è in me fatta, e vanto (Foscolo). 2. a. Atto o qualità che rende degno di lode, che costituisce motivo di gloria: S’alcun’ombra di colpa i suoi gran vanti Rende men chiari, è sol follia d’amore (T. Tasso). Nell’uso letter ...
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luogo
luògo (pop. lògo) s. m. [lat. lŏcus] (pl. -ghi; ant. anche le luògora). – 1. a. In senso ampio, una parte dello spazio, idealmente o materialmente circoscritta: Dio è in ogni l.; con limitazione [...] e ebbe il rossor dato l. (Boccaccio); più spesso, dar motivo, dare occasione, provocare, causare: il suo contegno diede l. cambino in meglio. Nel linguaggio forense, luogo a procedere, motivo, fondamento per un’azione penale, nelle frasi non darsi, ...
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Diritto
Si intendono per m. tutte le rappresentazioni mentali che determinano un soggetto a dare una certa regola ai propri interessi, ponendo in essere un negozio giuridico (per es., l’acquisto di un appartamento in una città diversa da quella...
MOTIVO (dal lat. motus)
Gastone ROSSI-DORIA
Voce che nella terminologia musicale corrisponde propriamente al nucleo (melodico, o armonico, o ritmico o timbrico o - come quasi sempre si dà - e melodico e armonico e ritmico e timbrico insieme)...