tmèṡi s. f. [dal lat. tardo tmesis, gr. τμῆ [...] forme verbali, la tmesi omerica: «Garrulus hunc quando consumet cumque» (= quandocumque consumet; Orazio, Sat. IX, 33). 2. Nella metrica italiana, divisione di una parola in due ...
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o, O ‹ò› s. f. o m. (radd. sint.). – Quattordicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva dal segno usato dai [...] maiuscola puntata (O.) è abbrev. di nomi di persona che cominciano con questa vocale (Orazio, Ofelia , ecc.); senza punto, è abbrev. di ovest nelle carte geografiche italiane (e ...
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inno s. m. [dal lat. hymnus, gr. ὕμνος]. – 1. [...] letterario, al di fuori di ogni funzione rituale (come, per es., in alcuni carmi di Orazio, e spec. nel Carmen saeculare): gli I. omerici, così detti perché attribuiti a Omero (tra ...
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naturam expelles furca (lat. «potrai scacciare la natura con la forca»). – Inizio di un verso di Orazio (Epist. I, 10, 24), che continua con le parole tamen usque recurret («tuttavia sempre tornerà»): frase passata in proverbio per indicare che non si possono, o è per lo meno difficile, sopprimere ...
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genus irritabile vatum ‹... irritàbile ...› (lat. «irritabile genia [quella] dei vati»). – Frase con cui Orazio (Epist. II, 2, 102) definisce la naturale suscettibilità dei poeti; divenuta proverbiale, è usata anche estensivamente, con allusione al carattere talora scontroso di quanti hanno ...
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òde (ant. òda) s. f. [dal lat. tardo ode, gr. ᾠ [...] ai modelli classici: le o. di Pindaro, di Alceo, di Saffo; le o. di Catullo , di Orazio; le o. del Chiabrera, in cui vengono elaborati nuovi schemi metrici intessuti di versi brevi ...
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odi profanum vulgus, et arceo ‹... àrčeo› (lat. «odio il volgo profano, e lo tengo lontano [da me]»). – Celebre [...] verso d’Orazio (con cui comincia la 1a ode del III libro): si ripete spesso, anche abbreviato in odi profanum vulgus, per esprimere atteggiamento di sdegnosa superiorità di fronte ...
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ars s. f., lat. («arte»). – Parola lat. che, seguita da aggettivi o complementi, forma locuzioni varie e titoli di opere: A. [...] ; A. poetica («arte poetica»), titolo di antica tradizione dell’epistola di Orazio Ad Pisones, nella quale, trattandosi soprattutto della poesia drammatica, si delinea una ...
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desinit in piscem ‹dè∫init ...› (lat. «termina in pesce»). – [...] intenzioni o a quanto prometteva in principio. Deriva da un passo dell’Arte poetica di Orazio (vv. 3-4: ut turpiter atrum Desinat in piscem mulier formosa superne «sicché una donna ...
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irritàbile agg. [dal lat. irritabĭlis]. – 1. Che si irrita, si stizzisce, [...] (in frasi come: l’i. razza dei letterati, o sim.), per ricordo dell’espressione lat. di Orazio irritabile genus vatum «la suscettibile stirpe dei poeti» (Ep. II, 2, 102). 2. a. Di ...
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(Q. Horatius Flaccus). - Poeta latino (65-8 a. C.); la sua immagine appare su uno dei contorniati (v.), con ritratti di illustri scrittori latini, che furono probabilmente coniati in Italia intorno alla metà del IV sec. d. C.
ORAZIO è ritratto di profilo...
Oràzio Flacco, Quinto (lat. Quintus Horatius Flaccus). - Poeta latino (Venosa 65 a. C. - Roma 8 a. C.). Nacque da padre libertinus, come egli stesso dice, e fu educato a Roma, dove ebbe come primo maestro Orbilio; compiuti i vent'anni si recò ad Atene,...