Riga

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riga


s. f. [dal longob. rīga]. – 1. Linea, immaginata per lo più diritta e più o meno sottile, che sia comunque segnata, oppure incavata o rilevata, su una superficie: tirare, tracciare una r. (col lapis, con l’inchiostro, col gesso sulla lavagna, col colore); fare, tracciare una r. in terra; tessuto a r. azzurre, a r. bianche e rosse; abito a r. orizzontali, verticali; carta, foglio, quaderno a righe, cioè a rette parallele impresse a stampa per procedere diritti nella scrittura. Talora sinon. di striscia, o di linea, o di fila; e anticam. la sinonimia era anche più frequente: in quella guisa che noi talvolta veggiamo, tra due oscuri nuvoli trapassando, il sole in terra fare una lunga r. di luce (Boccaccio); come i gru van cantando lor lai, Faccendo in aere di sé lunga r. (Dante). Con sign. affini, ma più specifici o più tecnici: a. Dei capelli, lo stesso che divisa o scriminatura (ed è parola pop. in varie regioni): farsi la r.; portare la r. in mezzo, da una parte. b. In araldica, fascia diminuita di un terzo, detta anche divisa; la sua posizione più frequente è alzata, sostenente un capo. c. In spettroscopia, righe (o linee) spettrali, i segmenti che costituiscono l’immagine della fenditura dello spettroscopio, e che si osservano negli spettri, detti appunto spettri di righe, di emissione (in tal caso appaiono come segmenti luminosi i cui colori corrispondono alle diverse componenti cromatiche della radiazione emessa) o di assorbimento (in tal caso appaiono come righe scure su sfondo luminoso) di una determinata sostanza sottoposta ad analisi spettrale; il termine è comunem. esteso anche alle componenti degli spettri emessi o assorbiti nelle regioni non visibili della radiazione elettromagnetica (osservati, in genere, su lastre fotografiche). Sono chiamate righe di Fraunhofer (dal cognome del fisico ted. J. von Fraunhofer 〈fràunhoofër〉 che nel 1815 studiò a fondo al telescopio il fenomeno) le righe che formano lo spettro di assorbimento dell’atmosfera solare, in base alle quali è stato possibile risalire alla composizione di tale atmosfera. d. Riga di mulo (o r. mulina, o anche zagarella), striscia nera o molto scura del mantello del cavallo, che percorre la schiena nel senso della lunghezza. 2. Sequenza di parole disposte orizzontalmente sulla stessa linea, in una pagina scritta, dattilografata o stampata: r. larghe, fitte, diritte, storte; la divisione delle parole, delle sillabe in fin di riga. Per estens., la sequenza delle parole nel loro contenuto o significato: mi ha regalato il suo ultimo libro con alcune r. di dedica; spec. in alcune frasi iperb.: gli manderò un biglietto con due r. di congratulazioni; potevi aggiungere ai fiori almeno una r. di accompagnamento; in due anni che è lontano, non m’ha scritto mai una r.; com. l’espressione fig. leggere fra le r., riuscire a intendere, in uno scritto (e, per estens., in un discorso, in una conversazione, anche nella forma capire fra le r.), ciò che non è espresso in modo esplicito. Con sign. specifici, in tipografia: a. In tipografia, l’insieme delle lettere, dei segni e degli spazî bianchi, che in una composizione orizzontale occupano una giustezza determinata: una r. di corpo 6, 8, 10, 12 (quest’ultima chiamata r. di base o di lettura o di grande unità), ecc., secondo la forza di corpo del carattere; r. bianca, spazio bianco equivalente a una riga di composizione; r. forte o forzata e r. debole, secondo che la composizione è molto fitta o molto larga; r. piena, estesa per tutta la giustezza, r. rientrata e r. sporgente, secondo che rientri o esca fuori rispetto alla giustezza normale; r. rotta (o ladra, o mozza, o zoppa), quando non occupa tutta la larghezza della pagina composta (spec. in testi poetici o teatrali, nei dialoghi, ecc.); r. di piede, la riga bianca in fondo alla pagina, nella quale è stampata la segnatura; per r. orfana e r. vedova, v. orfano e vedovo. b. Lingotto da interlinea, e interlinea, dello spessore di 12 punti tipografici; mezza r. (o mezzariga), lingotto da interlinea, e interlinea, dello spessore di 6 punti. c. La grande unità della metrica tipografica, equivalente nel tipo usato in Italia e in molti altri paesi (r. Didot, dal cognome dello stampatore francese del Settecento F.-A. Didot) a 4,511 mm o, in rapporto alla piccola unità (il punto), a 12 punti. 3. a. Disposizione di persone ordinate una di fianco all’altra nella medesima linea, e la serie delle persone stesse così disposte, soprattutto militari, ginnasti, ecc. (per la distinzione tra riga e fila, v. l’inizio di questa seconda voce): la prima, l’ultima r. della fila; serrare le r., stringendosi ciascuno al proprio compagno di fianco; mettersi in r.; ordinare le r.; rompere le r., sciogliere l’ordinamento sparpagliandosi ognuno per conto proprio (soprattutto come ordine: rompete le r.!); destr’ riga!; sinistr’ riga!, ordini per l’allineamento: il militare o il ginnasta di destra o di sinistra di ciascuna riga rimane immobile, e tutti gli altri voltano di scatto la testa dalla parte indicata, rettificando l’allineamento, fino al successivo ordine di fissi! Com. le espressioni fig. stare in r., rimettere in r., al suo posto, al dovere, all’obbedienza (e analogam., uscire di r., deviare dal retto cammino, dal proprio dovere); ormai rare le frasi mettersi in r. con un altro o con altri, mettersi alla pari, volerlo o volerli emulare, e la locuz. agg. di prima r., di prim’ordine: artisti di prima r.; è un avvocato di prima r.; e per antifrasi: un asino, un furfante di prima riga. b. non com. Serie di oggetti allineati o affiancati. Nella scacchiera, serie di 8 case contigue in senso orizzontale, detta più comunem. traversa. 4. a. Strumento per tracciare linee rette facendo scorrere un organo scrivente lungo il suo bordo, formato da una sottile striscia con una faccia rigorosamente piana, di legno, di metallo o di materiale plastico trasparente, e con almeno un bordo perfettamente rettilineo, per lo più graduato (per es., in centimetri e millimetri): è provvista a volte di rulletti d’appoggio, che consentono di spostarla mantenendola sempre parallela a sé stessa (righe del genere sono usate, per es., dai naviganti per carteggiare); per la r. parallela, v. il sinon. parallelineo. Tipi particolari sono le righe sagomate secondo curve diverse per il tracciamento sul piano di tali curve, in partic. di ellissi (r. ellittica), e la r. a T, sorta di squadra formata da una lunga riga che a una delle estremità porta un regolo fissato ad angolo retto: serve all’individuazione di rette parallele o perpendicolari; in alcuni casi il regolo è orientabile e la riga è munita di goniometro per il tracciamento di rette formanti fra loro un angolo qualunque. b. In matematica, geometria della r., studio dei problemi risolubili mediante l’uso della sola riga (non graduata). Con altra accezione del termine, r. di una matrice, l’insieme degli elementi ar1, ar2, ... arn, con l’indice r (che è detto indice di riga) fissato. ◆ Dim. righèlla, righétta e righettina, righina e righino m. (v.); accr. rigóne m.; pegg. rigàccia. V. inoltre righello.

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