Riuscire

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riuscire


(pop. riescire) v. intr. [comp. di ri- e uscire] (coniug. come uscire: io rïèsco, tu rïèsci, ecc.; aus. essere). – 1. Uscire di nuovo: è entrato in casa di corsa, e ne è riuscito quasi subito; devi r. dopo cena?; spero che riesca un po’ di sole nel pomeriggio; è riuscito il 29 sulla ruota di Napoli. 2. Senza valore iterativo, con usi e sign. varî: a. Uscire, andare o venire fuori (spesso contrapposto a entrare): il ladro deve essere entrato dalla porta ma riuscito dalla finestra sul giardino; di oggetti, fuoriuscire: il proiettile, penetrato nel petto, è riuscito sotto la scapola sinistra; E riuscì di dietro un braccio e piue Il brando (Pulci). b. Sboccare, far capo, andare a finire, riferito a vie e passaggi: è una strada che riesce proprio sulla piazza principale del paese; il sentiero attraversa il bosco e riesce sul prato dietro l’albergo; e riferito alle persone che percorrono una strada, che fanno un cammino: Così vid’io quella masnada fresca Lasciar lo canto, e fuggir ver’ la costa, Com’om che va, né sa dove rïesca (Dante); E riusciro in un burrone ascoso Tra monti inaccessibili alle genti (Ariosto); dopo un solito giro, si riuscì alla strada Marina, che allora attraversava lo spazio occupato ora dal giardin pubblico (Manzoni); soprattutto quando da una strada chiusa, o stretta, o sconosciuta si sbocca in luogo spazioso o noto: dove si riesce passando di qua? c. In senso fig., in alcune espressioni: ero curioso di sentire dove volesse r. con quel lungo preambolo, a che cosa mirasse, dove andasse a parare; essendo ciascuno della brigata della sua novella riuscito (Boccaccio), essendosi liberato, sbrigato della novella che doveva raccontare. 3. Di fatti, azioni, lavori, attività, iniziative, ecc., avere esito, concludersi: cominciò a cucire e a aspettare quello a che il fatto dovesse riuscire (Boccaccio); più spesso, specificato da avverbî, aggettivi o altre espressioni che indicano se l’esito sia o no rispondente alle intenzioni, se lo scopo sia o no stato raggiunto: lo scherzo è riuscito bene; la festa è riuscita male; un matrimonio mal riuscito, che ha avuto esito non felice; l’operazione è perfettamente riuscita; tutti i tentativi riuscirono vani; r. a effetto, a buon fine; tutti i miei sforzi non sono riusciti a nulla, sono stati inutili. Molto frequente l’uso assol., riuscire, avere esito positivo, favorevole, ottenere l’effetto sperato, e al contrario non riuscire, avere esito negativo: l’esperimento è riuscito; l’impresa rischia, o minaccia, di non r.; il tentativo purtroppo non è riuscito; l’azione è stata preparata con tanta cura che non può non riuscire. Determinando variamente la qualità del risultato, il modo della riuscita, il particolare effetto che si raggiunge: r. utile, efficace, dannoso, opportuno; r. di molta utilità, di grave danno; anche di cose concrete: il ritratto è riuscito somigliante; la fotografia è riuscita un po’ sfocata; il quadro è riuscito una meraviglia; tutto sommato, è riuscito un ottimo spettacolo; prov., non tutte le ciambelle riescono col buco, non sempre si ottiene l’effetto desiderato. 4. Riferito a persona: a. Raggiungere lo scopo prefisso, il fine sperato, pervenire a fare ciò che costituisce l’oggetto d’uno sforzo, d’un tentativo: con la buona volontà si riesce sempre; ho tentato ogni mezzo pur di r.; anche in rapporto ad azioni singole e di scarsa importanza: volevo levare il chiodo senza le tenaglie ma non ci sono riuscito; determinato da un infinito con la prep. a: devo r. a spuntarla; stavolta non credo che riuscirà a cavarsela; per quanto si dimenasse, non riusciva a liberarsi dalla stretta (analogam., di animali: il cavallo non riuscì a saltare l’ostacolo; il cane rincorse la lepre ma non riuscì a raggiungerla). Con sign. attenuato, essere capace: non riesco a leggere da questa distanza; riesci a capirci qualche cosa?; o potere, avere la possibilità (di solito in frasi negative): non riesco a studiare col baccano che fate; non sono ancora riuscito a incontrarmi con lui; è così grosso che non riesce a passare per la porta; in altri casi, ottenere un effetto opposto a quello voluto: con le sue chiacchiere, è riuscito solo ad annoiarmi; riuscì soltanto a coprirsi di ridicolo. Con i sign. precedenti, è frequente anche la costruzione mi riesce di fare ...: non m’è riuscito di trovarlo, non sono stato capace; ti è riuscito di convincerlo?; non mi riesce di ricordare il suo nome; in senso iron., guardate se vi riesce di stare un minuto zitti; in usi letter.: gli riuscì fatto di essere assegnato proprio lui a quel posto (lo stesso che riuscì a ottenerlo); con un agg. predicativo e l’infinito, o con uso assol., in alcune frasi tipiche: mi riesce difficile esprimerlo; non mi riesce facile, ora, fare un preventivo; a lui riesce tutto, ogni cosa gli va bene; pròvati, se ti riesce, detto per lo più con tono di sfida o di minaccia. b. Con compl. predicativo, ottenere un determinato risultato: è riuscito primo, secondo, ecc., in un concorso, in una competizione; o raggiungere una determinata posizione, diventare: è riuscito un ottimo avvocato, un artista di valore. c. Usato assol., avere buon esito, avere fortuna, successo (nella carriera, nella professione, nella società): il segreto per r.; non tutti riescono nella vita; è un giovane che promette bene, e riuscirà certamente; avere attitudine, capacità in qualche particolare forma di attività, o avanzare, far profitto (con questi sign., è spesso determinato dall’avv. bene): è un giovane versatile, e riesce in tutto ciò che fa; è sempre riuscito bene nella matematica; col tuo estro, dovresti r. (o r. bene) nel disegno, nella pittura; nella musica non riesce proprio. 5. Con un agg. in funzione di compl. predicativo, essere, apparire, risultare: quell’uomo mi è sempre riuscito antipatico; ogni sforzo mi riesce penoso; le sue insistenze mi riescono moleste; ciò che dici mi riesce nuovo; il problema mi è riuscito facile; è una faccia, la sua, che riesce subito simpatica; la vostra visita mi riesce veramente gradita. Ha sign. affine a essere anche con locuzioni equivalenti a un agg.: mi riesce di conforto sapere che ...; spero che il lavoro riesca di tuo gradimento. ◆ Part. pass. riuscito, anche come agg., riferito a cosa fatta bene, che ha avuto buon esito, o ha incontrato favore e approvazione: un lavoro ben riuscito; un’impresa riuscita; un romanzo (e così un film, uno spettacolo) riuscito; un tentativo riuscito; una dimostrazione riuscita; una festa riuscitissima (quando, come in quest’ultimo esempio, è sinon. generico di bello, risente dell’uso analogo del fr. réussi).